Home Recensioni Masterpiece Creedence Clearwater Revival - Cosmo's Factory

Creedence Clearwater Revival
Cosmo's Factory

Quando nel luglio del 1970 i Creedence Clearwater Revival pubblicarono il loro quinto disco in studio, il successo era ormai consolidato.
Questo grazie ad una serie di singoli finiti nella top ten americana ed una manciata di dischi (soprattutto con Green River e Willy And The Poor Boys, ambedue del 1969) che fecero la storia del rock a stelle e strisce rafforzando così la posizione di John Fogerty e soci come band simbolo della classe operaia americana. Cosmo's Factory però, arrivò in un momento non particolarmente felice all´interno della band, con i quattro alle prese con il forte stress dovuto alla vita on the road ed alle sempre più forti tensioni interne, che solo due anni dopo avrebbero portato ad uno split inevitabile. Il motivo principale di questi malumori per molti addetti ai lavori dell´epoca andavano ricercati nello strapotere compositivo del leader John Fogerty che oltre che ad essere cantante e chitarrista del combo, fu l´unico compositore di testi e musiche oltre che manager, posizione di "tirannia" assoluta che il fratello Tom non sopportava più.
Nonostante gli attriti però, la fattoria cosmica dei 4 divenne il loro apice assoluto di una carriera fino ad allora vissuta al massimo, diventando anche il loro disco di maggior successo.

La raccolta, composta in realtà da 7 inediti e ben 4 cover, si apre con il rock´n´roll up-tempo intriso di blues di "Ramble Tamble" per poi proseguire con il country western di "Before You Accuse Me" di Bo Didley ed accelerare con la scatenata "Travelin' Band", un portentoso swamp rock impreziosito dall´apertura di sax, una vigorosa linea di basso di Stu Cook che chiama al duello la frenetica batteria di Doug Clifford e che trova come collante la voce ad alto tasso alcolico, calda e potente, di John Fogerty per un capolavoro di irresistibile foga danzereccia che richiama a balli sfrenati. Un altro tuffo nella tradizione degli anni ´50 avviene con l'arrivo della seconda cover: "Ooby Dooby" di Roy Orbson, che puzza lontano un miglio di tributo alla scuola tradizionale che tanto influenzerà la scelte della band in fatto di songwriting.
"Looking Out To My Back Door" è una rilassante ballata che richiama il tema della vita in viaggio e che fa da controaltare alla successiva "Run Through The Jungle", dai toni più cupi ed aggressivi, dove il ripetuto riff di chitarra imbastisce una melodia triste ma allo stesso tempo affascinante ed inedita nel repertorio dei Creedence.
"Up Around The Band" è un´altra epidermica song piena di solare energia con uno squillante intro di chitarra che porta ad un ritornello efficace; "My Baby Left Me" invece è la rilettura di un classico di Elvis Presley della prima era (anno 1956) in chiave blues.
Nella parte finale del disco arrivano quelli che probabilmente sono anche i momenti chiave e migliori di tutto l´album: il primo è "Who'll Stop The Rain", dove si parla in toni dimessi di guerra (con chiari riferimenti alla situazione in Vietnam) e dove l´armonia vocale è il perfetto tappeto alle tessiture imbastite dalla chitarra acustica.
"I Heard It Through The Grapevine" di Marvin Gaye oltre che a chiudere la serie di cover inserite dimostra come la band, grazie alla timbrica vocale di John Fogerty, sappia interpretare con maestria anche le radici della Motown, traducendo il pezzo da masterpiece del soul ad un blues elettrico con slanci psichedelici (splendida la prova di batteria e gli assoli di chitarra) arrivando a toccare gli 11 minuti totale di pura passione e devozione musicale, per uno dei remake in chiave rock più riusciti nella musica moderna. Chiude il trittico finale "Long As I Can See The Light", ballata soul con ancora la voce di John ad essere protagonista per un romanticismo che flirta anche con il pop jazzistico grazie all´incursioni di sassofono.
Inconsapevoli dal clamoroso successo che avrà Cosmo´s Factory i CCR nel 1970 toccheranno le vette più alte del music business e pur essendo da sempre molto restii agli eccessi delle rockstar dell´epoca, buttarono le basi per il southern rock che sarebbe esploso entro 24 mesi e per il country moderno, non fatto più solo di banjo, cappelli da cowboy e litri di birra versati sui banconi dei saloon, ma anche di pezzi dalla struttura elettrica con refrain pop (Gram Parson docet).

Una band oggi poco ricordata perché all´epoca lontana da ogni moda stilistica e musicale, che preferiva la semplicità ai tecnicismi epici dell´hard rock e del nascente progressive, ma che si fece portavoce della working class hero statunitense entrando in punta di piedi nelle case di tutti gli americani nel momento di massimo furore economico del paese e che si fece portavoce di posizioni idelogiche che oggi chiameremmo semplicemente posizioni politiche. Uno straordinario esempio di coerenza musicale verso sè stessi e verso il proprio pubblico oggi raro da pervenire nel panorama moderno, ma che allora rese indelebile la leggenda di questo quartetto californiano, tuttora scalfita nella roccia.



John Fogerty: Chitarra, piano, sassofono e voce
Tom Fogerty: Chitarra ritmica
Doug Clifford: Batteria
Stu Cook: Basso

Anno: 1970
Label: Fantasy Records
Genere: Rock/Southern Rock

Tracklist:
01. Ramble Tamble
02. Before You Accuse Me
03. Travelin' Band
04. Ooby Dooby
05. Lookin' Out My Back Door
06. Run Through The Jungle
07. Up Around The Bend
08. My Baby Left Me
09. Who'll Stop The Rain
10. I Heard It Through The Grapevine
11. Long As I Can See The Light

Sul web:
Creedence Clearwater Revival

Banner

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.