Messo li cosi, su due piedi, il nome di Spice a molti probabilmente potrebbe non dire niente, ma se poi si scopre che lui è stato il cantate e la mente dei primi (e storici) Spiritual Beggars e poi fondatore dei Kaiser, allora si concretizza il fatto che siamo di fronte ad uno dei personaggi chiave della musica dura svedese.
Dopo due anni di assoluto silenzio in seguito all'esplosivo debutto The Will, il barbuto songwriter scandinavo torna cosi con la sua ultima creatura sul mercato grazie a questo buonissimo Shave Your Freedom, dove ancora una volta, in un'ora scarsa racchiude tutta la sua passione e devozione per l'Hard Rock anni '70, tingendolo pesantemente con lo Stoner (sentire la sassata "The Worm" per credere), Blues e Heavy Metal. Non fa sconti la RJ Band, il ritmo e sempre alto cosi come il groove della ritmica sempre incalzante ed in primo piano, fondendo il tutto con soluzioni più melodiche e catchy come in "No One Told Me", oppure acustiche come nel caso della riuscitissima "Red Fire". Purtroppo va constatato che non tutti e 15 le canzoni sono all'altezza, ed anche dato la lunghezza di alcune di queste ("Don't Turn The Shades" di 6 minuti, puzza di filter lontano un miglio), l'attenzione potrebbe anche in alcuni punti scemare; questo però non toglie che il riff diretto e grezzo di "Bad Account" con tanto di antemico coro farà sicuramente la felicità di molti stoner kids, cosi come la più nostalgica e cupa "Walking On Water" risulta vincente sin dal primo ascolto per la sua fresca immediatezza. Nel mezzo anche "Far And Away", una sorprendente ballata con la chitarra rilassata e solare in puro stile John Frusciante stupisce per la grande atmosfera che dona all'ascoltatore, mentre sono i Black Sabbath a fungere da primaria influenza per la plumbea e conclusiva "The Man In The Mirror". Una raccolta quindi genuina e senza fronzoli, dove al grande talento di Spice va segnalato l'ottima verve di Bob Ruben e Johann, per un classico disco diretto e funzionale, che porta con se l'unica pecca di qualche episodio non ispirato e leggermente sottotono (rimarcando però il fatto che nel complesso siamo di fronte ad un'opera assai convincente). Chi li ha amati col primo capitolo, esulterà ancora, giustamente. 72/100
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Spice: Voce e chitarra Anno: 2009 |