A Modena, presso il Baluardo della Cittadella è di scena il Mike Stern quartet. Una mezz'ora abbondante prima della esibizione, il locale è strapieno e mi è parsa netta la sensazione (dai fitti discorsi captati) che una fetta abbondantissima dei presenti fosse costituita da batteristi, accorsi in massa per assistere alla performance di Dave Weckl.
Stern è un chitarrista eccellente, parlano per lui le collaborazioni di altissimo livello con Miles Davis e Jaco Pastorius, ma il suo fantastico valore è da ascriversi soprattutto all'abilità nel far detonare le sonorità di partenza (produzione di altri o composizioni di proprio pugno) in un caleidoscopio di sfumature e di ritmi e alla capacità, durante la direzione musicale, di preservare gli stimoli forniti dalle evoluzioni delle dinamiche del gruppo.
Ovvio allora che con una tale impostazione, risulti necessario poter fare affidamento su collaboratori abili nell'amalgama e forniti di uno spiccato carattere. Un insieme di qualità che non mancano senza dubbio a Chris Minh Doky, eccellente al contrabbasso e al basso elettrico, protagonista di raffinati inserimenti solistici e di un apporto ritmico costantemente costruttivo e a Bob Malach al sax tenore, capace di soli deflagranti e di duetti strettissimi con la sei corde di Stern. Dave Weckl è sempre impeccabile tecnicamente e garantisce un tiro potente e sbalorditivo all'intero insieme ma stupisce anche per la soavità e leggerezza quando è chiamato all'impiego delle spazzole. Stern suona grande musica nella quale il solismo è sempre cortigiano delle idee e, dato per nulla trascurabile, si diverte a suonare e ad ascoltare la musica dei suoi colleghi; il suo suono è fluido, attacchi liquidi e sonorità inappuntabili nelle quali si riesce facilmente a leggere la lezione di Jim Hall.
Dal calderone, Stern tira fuori il funky velato di post-bop presente in "Tumble Home" ritagliato da Who Let The Cats Out del 2006. Poi un passo più consistente nel passato, fino ai tempi in cui componeva "Chatter" con ritmiche instabili e amalgamate; parecchie dissonanze ed un suono meno prossimo alla fusion. Malach incide note sofferenti, Minh Doky lo asseconda provvedendo frequentemente a doppiare i fraseggi della chitarra.
Ritorno al presente, con la title-track dell'ultimo album, "Big Neighborhood", manca ovviamente la seconda chitarra (affidata a Steve Vai sul disco) ed i vocalizzi di Stern risultano un adeguato sostegno alla impalcatura del brano: le note sono meno fitte e lasciano il passo ad un maggiore lirismo. Altre suggestioni dall'ultimo lavoro sono fornite da “That’s All Is It”, pezzo dal riff perentorio con una chitarra che diventa quasi voce, dialoga, friziona; c'è spazio per i raddoppi di Weckl che poi, quasi a compensazione, impugna le spazzole accarezzando con infinita delicatezza le pelli.
Una serata che è il viaggio musicale di un grande artista disponibile e cordiale, pronto a mettersi in gioco senza rete, nutrito di feeling e abilità, dove gli echi di Wes Montgomery hanno giocato con altri linguaggi e con il desiderio inesauribile di comunicare.
Mike Stern: Chitarra
Chris Minh Doky: Basso elettrico e contrabbasso
Bob Malach: Sax tenore
Dave Weckl: Batteria
Data: 08/11/2011
Luogo: Modena - Baluardo Della Cittadella
Genere: Fusion