Realizzato negli Applehead Studios in quel di Woodstock nel periodo a cavallo tra il 20 di Aprile ed il 4 di Maggio 1994, questo album renderà certamente entusiasti quanti, mi ci metto anche io, si sono interrogati su quanto materiale sia stato elaborato nell'arco di quei quindici giorni di sessions del Double Trio, pienamente sicuri che il work-in-progress improvvisativo avesse generato una quantità di materiale ben superiore a quello presente nell'EP VROOOM ed in seguito nell'album THRAK.
Si tratta di cinquantuno minuti circa di stesure integralmente strumentali, ripartite in dodici pezzi tra i quali figura una rudimentale (ed embrionale) versione di One Time ed una nucleare versione di Sex Sleep Eat Drink Dream dal titolo No Questions Asked; elaborazioni musicali in parte già edite sono presenti anche all'interno di Calliope, nel quale pezzo il tema dal medesimo brano della League Of Crafty Guitarists viene innestato su di un ostinato che ne costituisce il basamento. L'album è particolarmente attraente in quanto permette di assistere a come il lavoro di improvvisazione non proceda esclusivamente lungo la direttrice di un impegno di ricerca sonora (anche spericolato) come é risultato possibile constatare nel live THRaKaTTaK, ma risulti estremamente utile anche per rinvenire i guizzi più adatti per la gestazione di pezzi più, per cosi' dire, “beat” (ne siano esempi perfettamente calzanti Fashionable e Krim). All'interno di Monster Jam ci troviamo in presenza dell’atmosfera di uno dei prodotti migliori del mini-album VROOOM, vale a dire When I Say Stop Continue, nel mentre Slow Mellow e Adrian’s Clouds configurano due modalità eterogenee di produzione di Soundscaping. Se Funky Jam fa filtrare l'epifania del colore interamente blu della copertina di Beat (avete presente The Howler?), Bill & Tony costituisce un variegato mosaico per stick e percussioni elettroniche nella migliore tradizione sperimentata con Etude In The Key Of Guildford pezzo tratto dal World Diary album. Booga Looga ci illustra musicalmente i King Crimson impegnati con un non proprio usuale, per le loro abitudini, pezzo cadenzato che lascia, in verità, un leggero retrogusto di incompiutezza, cosi come senza chiusura pare l’iniziale Bass Groove, dove è possibile rinvenire slanci di considerevole interesse che avrebbero meritato miglior sorte in termini di compiutezza. Possiamo confidare di rinvenirli su un futuro album in lavorazione? 70/100
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Robert Fripp: Chitarra, soundscapes Anno: 1994 |