Ed ecco dunque tornare prepotentemente in risalto l'elettronica, l'accavallamento e l'intersezione stilistica, il ricorso a sonorità di ogni risma ricavate persino da un tenue banjo all'interno di Deep Water, ma sono soprattutto le virtù vocali di Beth Gibbons ad esaltare un album, Third che non è in nessun modo catalogabile come un succedaneo dei primi due.
E l'antifona appare subito chiara sin dalla selvaggia ouverture della traccia d'esordio Silence e nell'insolito ma spiazzante parallelismo presente in The Rip: vocalità angelica ed arpeggio soave che si trasfigurano in una morbida evoluzione elettronica da pelle d'oca.
Beth Gibbons modula eccellentemente, e nelle ambientazioni sognanti di Hunter, e nel marasma meccanico ed alienante di Machine Gun. La grande capacità dei Portishead è nell'occasione rappresentata dall'abilità nell'addentrarsi in dedali sonori senza mai perdere di vista la sostanza, nel quadro di affreschi musicali multiformi e dallo stile trasversale, quasi senza riferimenti definitivi.
All'interno di Third c'è la caparbietà dei Portishead nel saper ampliare all'infinito il tempo e lo spazio, acquisendone e impiegandone ogni sottile trasformazione. Ci sarà perciò la solennità del silenzio nel momento in cui vi attendereste l'evoluzione sonora; farà capolino il drum and bass (We Carry On), quando tutto sembrerebbe condurre ad una svolta melodica eccessivamente semplice da ipotizzare.
In Third gli sbocchi spaesano l'ascoltatore, perchè i nostri potevano agevolmente prediligere un fruttuoso e ruffiano ritorno alle prime soluzioni, invece decidono di planare su un futuro senza limiti definiti sfoderando una personalità stilistica invidiabile.
85/100
Beth Gibbons: Voce
Adrian Utley: Chitarra, hammond, basso, theremin
Geoff Barrow: Fender Rhodes, Batteria, programming
Anno: 2008
Label: Island Records
Genere: Trip-Hop
Tracklist:
01. Silence
02. Hunter
03. Nylon Smile
04. The Rip
05. Plastic
06. We Carry On
07. Deep Water
08. Machine Gun
09. Small
10. Magic Doors
11. Threads