Fottendosene bellamente delle loro radici, il combo passa dal pop quasi caraibico del precedente disco omonimo, ad una sperimentazione di stampo surrealista, con stralci elettronici, latin jazz e vagamente canterburyani, relegando il progressive macchinoso degli esordi nell'alveo del lontano ricordo. Se si escludono "Reina Tormenta" e "Alba del Orate", forti di percussioni piuttosto repentine, e "Morgana" e "The Iron Rose", che paiono riprendere l'ordinarietà della formula canzone espressa nel citato ultimo lavoro, l'album si pregia di tratteggiare un substrato etereo e piuttosto impalpabile con tastiere predominanti, rispetto agli altri strumenti. In generale, in quest'opera, la chitarra lavora nelle retrovie, più intenta a costruire un substrato che a primeggiare (fa eccezione "Un Disparo al Vacío" ove Omar Rodríguez-López emerge con un riff davvero inaspettato, pur inserito in un ricorrente e stancante contesto caraibico). Suoni elettronici a go-go in "Enlazan la Tinieblas", effetti vocali bislacchi in "Mictlán" (che paiono più espressione di un capriccio che di una ricerca), il jazz claudicante di "Poseedora de mi Sombra", la psichedelia cangiante di "Celaje"... sono queste, ormai, le coordinate sonore dell'organico texano, il quale ostenta la volontà di guardare in direzione diversa da dove i fans vorrebbero effettivamente guardassero. Quanto sopra, pur considerando gli stralci di una gloriosa tradizione espressi in "Detrás la Puerta Dorada", unica espressione di un prog d'annata, cioè meravigliosamente labirintico, e, forse, l'evoluzione che connotata "Cue the Sun", che passa da un'atmosfera estesa e tranquilla ad una esplosione caotica e jazzata. Coordinando in considerazioni di sintesi quanto sopra espresso, pur rappresentando un nuovo e trasversale percorso, questa nuova fatica appare indefinita, a tratti onirica, finanche frammantaria (ciò è anche dovuto alla presenza di 18 brani, di cui 17 di breve o brevissima durata): "Lucro sucio; Los ojos del vacio" si concretizza certamente quale esperimento apprezzabile che da un lato emerge quale inaspettata novità per la band, oggi votata ad un modus operandi più quieto e ponderato, dall'altro si attesta su paramentri espressi in passato da altri artisti, Radiohead e Steven Wilson su tutti, qui verosimilmente presi a modello nelle loro incursioni scevre da contaminazioni progressive. |
Omar Rodríguez-López – guitar, direction, backing vocals Anno: 2025 Fin Reina tormenta Enlazan las tinieblas Mictlán The Iron Rose Cue the sun Alba del orate Voice in my knives Poseedora de mi sombra Celaje Vociferó Mito de los trece cielos Un disparo al vacío Detrás de la puerta dorada Maullidos Morgana Cue the sun (reprise) Lucro sucio |