Peccato. Si, peccato, perchè se questo Avoid the Light dei teutonici Long Distance Calling, fosse stato pubblicato una manciata di anni fa avremmo potuto parlare tranquillamente non disco di capolavoro, ma sicuramente di valido disco di riferimento, invece in periodi inflazionati dal post-qualunque cosa ci si deve accontentare della pur lusinghiera e meritata definizione di ottimo disco, questo perchè la band tedesca, non potendo puntare, per questioni di tempistica, sull'originalità della proposta punta, riuscendoci, a proporre un prodotto di grande spessore compositivo, confezionando in maniera ineccepibile, grazie ad una produzione e ad arrangiamenti di primordine, un lavoro ricco di spunti interessanti, ed inutile aggiungere: ottimamente suonato, scritto ed interpretato; ovviamente!
Abbiamo già accennato ai riferimenti che spaziano dalle sonorità più solide e ruvide di Isis e Neurosis, con riffs che sanno ergersi a muri invalicabili di note, al dinamismo dei Cult of Luna fino alla prospettiva più sinfonica e progressiva di Mono e Porcupine Tree con non indifferenti tracce dell'acido incedere degli Equus. I sei pezzi che compongono l'album sono tutti strumentali ad eccezione di "The Nearing Grave" che gode del supporto vocale di un ospite d'eccezione: Jonas Renske, voce dei Katatonia, brano dal sapore più vicino a quelle che sono le coordinate musicali della band svedese. Avoid the Light si contraddistingue anche per la capacità di mantenersi sempre vivo ed interessante, nonostante la "pesantezza" in taluni punti della trama sonora, questo grazie sopratutto ad una intelligente ed indovinata mistura di passaggi più duri e momenti in cui la linea melodica si fa più snella, libera di spaziare anche in territori di più facile appeal. Un album che pur ripercorrendo, giocoforza strade e tappe già scoperte ed attraversate, si fa apprezzare per la cura e l'intelligenza con cui i Long Distance Calling han saputo, come fedeli cronisti, raccontarne il paesaggio musicale, regalando ricche atmosfere cangianti ben puntate su solide partiture musicali. Ascolto consigliato. 80/100
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David Jordan: Chitarra Anno: 2009 |