Il gruppo toscano Dilatazione nasce nel 1999 come trio rock strumentale votato all’ispirazione cinematografica.
L’esordio nel 2005 con Too Emotional for Maths punto di arrivo dopo alcuni demos prodotti, ha avuto ottimi riscontri da parte della critica. La band si è fatta molto apprezzare grazie allo sperimentalismo senza mezze misure, di originali composizioni strumentali che talvolta cercano di non prendersi troppo sul serio. Con un’ esperienza alle spalle di dieci anni di attività, soprattutto live, costellata di progetti paralleli i Dilatazione si affacciano su quest’ultima parte di 2010 con il loro secondo album, avvalendosi della preziosa collaborazione alla produzione di Paolo Benvegnù. In sintesi possiamo di trovarci a metà tra il trascinante math-rock dei Battles (di Mirrored si sentono gli echi come ad esempio in Dividing Goblins), al più ricercato stile Tortoise, condito da un forte senso di sprezzante ironia musicale. Ma in realtà è un pullulare di caratteri musicali dal raggae al Kraut-rock. Snocciolando le dodici tracce troviamo strutture asimmetriche e galvanizzanti come in Bettino Krauti e Objects In Mirrors Are Closer They Appear, condite da una certa vena di umorismo. L'atteggiamento dissacratorio, infatti, è sì visibile negli inserti vocali e nelle registrazioni che via via compaiono nei brani, ma è anche un atteggiamento implicito individuabile nell'atmosfera msuicale che si respira, dai suoni al movimento giocoso e carico di verve con cui prendono forma i brani. Vocalismi e refrains come in Exit Poll - Marx On Mars ce lo testimoniano. Da sottolineare moltissimo, l’aspetto che ha la sezione ritmica davvero interessante, sia per il continuo e repentino cambio della sua struttura, particolarmente cerebrale, che per la forza e frenesia da cui traggono vigore i pezzi. Ascoltare per credere West Germany 1974 / South Africa 2010 un esempio lampante di come questo gruppo sia in grado spaziare da elementi come ritmiche reggae per passare ad un elettronica pura, stile Kraftwerk o a movenze post-rock. E’ un album quadrato che si fa apprezzare per la sua ritmica, efficacia, orecchiabilità e allo stesso tempo intelligente utilizzo dei Synth. Questi ragazzi ci sanno fare, e con un atteggiamento dannatamente sicuro. 75/100
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Mirko Bertolucci: Chitarra, basso, voce, synths Anno: 2010 |