Di Viola Minimale è una band di Ragusa, formatasi nel 2004. Questo disco contiene i brani registrati su demo o compilation varie in questi quattro anni di attività.
È quindi un sunto del percorso di maturazione affrontato dal gruppo dal momento della sua nascita fino ad oggi. E bisogna ammettere che qualcosa di davvero buono in questo disco c’è. Sin dai primi minuti di ascolto è facile percepire la grande capacità ed intelligenza musicale dei quattro. L’approccio non è troppo diretto, non si punta a risultare immediatamente gradevoli. Piuttosto, i nove brani di questo lavoro crescono lentamente, si insinuano serpeggiando nella mente. L’approccio è spesso vicino al post-rock; il lento procedere di “Stasi Apparente”, scandito da un ritmo sempre più scalpitante ed una chitarra che ammicca e poi esplode fragorosa, ricorda qualcosa degli Slint (forse “Breadcrumb Trail”), ma ha comunque una grande carica rock. Dicevamo, non si punta all’immediatezza, i brani sono ragionati, ben costruiti e ricchi di rifiniture (per questo livello di produzione almeno). Non mancano però i muri di chitarre o i vocalizzi tirati; “Il Gusto Della Fine” presenta un ottimo tema di chitarra, il cantato è sornione, ma il ritornello è granitico e graffiante. Una formula completa ed affascinante. Qualche limite viene fuori nei momenti più agrodolci e posati; “Ebbra Di Luce” ha un bella idea di fondo, ma non risulta poi così gradevole. Le parti vocali soprattutto devono trovare la loro giusta dimensione. Stesso discorso vale per “L'Inesorabile”. Momento di grande intensità è “Le Pose Odiose”, così dilatata e arida prima, così sferzante e ruvida poi. Sopra tutto questo Cusumano ricama la sua nenia ipnotizzante. Davvero un’ottima canzone. “La Sintesi Del Peggio” sposta questa formula su versanti più popolari. “Sequenze Modali” introduce elementi psichedelici che però svaniscono troppo presto e lasciano spazio ad un cantato piuttosto anonimo e si risolleva solo grazie ad una chitarra travolgente. Il disco si chiude all’insegna della delicatezza con la strumentale “Moltitudine”. A conti fatti, l’esordio dei Di Viola Minimale è positivo. Le qualità per diventare dei grandi ci sono. Tuttavia bisogna procedere ad un attento labor limae che vada a eliminare alcuni difetti. È sicuramente la parte vocale quella da curare maggiormente; non mancano episodi di grande originalità, ma nemmeno alcuni momenti di noia e poca brillantezza. Nella speranza di sentire nuovo materiale il prima possibile, mando il mio in bocca al lupo alla band. Buona fortuna ragazzi!
65/100
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Davide Cusumano: Chitarra e voce Anno: 2008 |