I Mastodon tornato in Italia e per la prima volta non fanno da spalla a qualche pezzo grosso: sono loro i protagonisti. Dopo aver suonato per gli Slayer nel 2008 e Metallica nel 2009, la band di Atlanta si ripresenta nel Belpaese in qualità di dominatrice del metal moderno. Fa specie che il glorioso ritorno sia celebrato nei pochi metri quadri dei Magazzini Generali e non in una grande arena; ma come sempre l’Italia arriva in ritardo ed i Mastodon sono ancora un lusso per pochi.
Al di là del pubblico, necessariamente di dimensioni ridotte (ma vivace e partecipe), la prova della band statunitense è maiuscola. Impressiona soprattutto la compattezza del muro di suono, i quattro si completano alla perfezione, non ci sono falle. La batteria di Bränn Dailor è qualcosa di divino, non perde un colpo, nonostante i tempi tutt’altro che banali. L’ultimo disco, Crack The Skye, viene suonato interamente ed è un vero e proprio orgasmo cosmico. La band, forte di una tecnica eccellente, non semplifica minimamente i suoi ricchi drappeggi ed i raffinati arabeschi psichedelici, ma nonostante ciò riesce a suonare comunque potente e selvaggia. I delicati ricami si alternano repentinamente a urticanti riff di chitarra, meno frequenti di prima ma sempre efficacissimi. Per di più i brani recenti mostrano una freschezza compositiva senza eguali nella carriera della band. A livello melodico poi, lo scarto è amplissimo, ascoltando brani come “Aqua Dementia” o “Iron Tusk” e confrontandoli con i recenti “The Czar” o “Crack The Skye” si nota un differenza profonda. Se prima i Mastodon si potevano considerare dei campioni nel loro genere, dei pesi massimi dello Sludge - Prog Metal, ora possiamo affermare senza esitazione che siamo di fronte a degli artisti a 360 gradi, capaci di suonare violenti e sanguinari, ma anche ipnotici ed evocativi.
L’ultimo lavoro non rinuncia a tutte le caratteristiche base del Mastodon-sound, ma le inquadra in una cornice strumentale ricchissima ed ipnotizzante. Appare dunque azzeccata la scelta di proporre interamente Crack The Skye, il disco della definitiva conquista dello scettro di Re del Metal. Particolarmente riuscite sono le due suites, “The Czar” e “The Last Baron”, brani che proiettano la band dell’orbita di un Prog colto e articolato, ma estremamente fruibile. Nella seconda parte lo spazio è lasciato ai cavalli di battaglia con conseguente ripresa dello stile iper violento che ha caratterizzato i primi tre dischi. Lo stacco è netto, le melodie lasciano spazio a grida demoniache e ritmi vertiginosi, in una danza diabolica di rara ferocia. È noto che in sede live i Mastodon non eccellano nelle parti vocali; questo concerto non fa eccezione anche se, soprattutto per i brani recenti, il pubblico ha dato manforte a Sanders e soci. Se si può fare un altro appunto, non convince appieno la scelta di proporre brani come “Circle Of Cysquatch” e “Mother Puncher”; per carità bei pezzi, ma lasciar fuori capolavori come “Blood And Thunder”, “Megalodon”, “The Wolf is Loose” e “Capillarian Crest” non deve aver fatto piacere ai fan. Insomma, potevano suonare ancora una mezzoretta buona e fare contenti tutti. Peccato. Nel finale la splendida “March Of The Fire Ants” chiude in modo pirotecnico una performance di grande qualità. Alla prossima!
Bill Kelliher: Chitarra
Bränn Dailor: Batteria
Troy Sanders: Basso, voce
Brent Hinds: Chitarra, voce
Data: 04/02/2010
Luogo: Milano - Magazzini Generali
Genere: Post Metal
Setlist:
01. Oblivion
02. Divinations
03. Quintessence
04. The Czar
05. Ghost Of Karelia
06. Crack The Skye
07. The Last Baron
Encore:
08. Circle Of Cysquatch
09. Aqua Dementia
10. Where Strides The Behemoth
11. Mother Puncher
12. Iron Tusk
13. March of the Fire Ants