Si sente subito che i Crenshaw sono tecnicamente abili. Le linee di chitarra e basso si mettono in evidenza per la loro solidità, la batteria non perde un colpo, la voce è bella e versatile. Questo però non significa che questo Forme di illusione sia un bel disco.
Sinceramente, ho faticato ad arrivare alla fine. Non perché le musiche siano fastidiose o le melodie cattive. Anzi, probabilmente l’eccessiva attenzione rivolta alla qualità del tessuto musicale ha fatto dimenticare alla band un principio fondamentale nella musica: la varietà. I dieci brani che compongono questa produzione si possono riassumere in un’unica struttura: una melodia introspettiva che esplode in un ritornello super pompato. Ogni brano segue pedissequamente questo schema. Le linee melodiche di Chino, che inizialmente possono apparire intriganti e sfuggenti, si mostrano in tutta la loro debolezza: si fa fatica a distinguere tra una canzone e l’altra. Mancano elementi di rottura, tutto appare molto piatto e impersonale. Dopo un paio di brani un ascoltatore minimamente esperto ha già capito il trucchetto e inizia ad annoiarsi a morte. I ritornelli sono la parte peggiore: un caos indistinto di chitarroni gonfiati all’inverosimile che affascinerebbero al massimo un ragazzino di tredici anni. La band si definisce Crossover, ma io vedo ben pochi elementi assimilabile a tale genere. A parte il basso energico - a volte anche troppo energico - non ci sono tracce di Funk. L’unico pezzo che ricorda il Crossover è la conclusiva “Inferno”, forse il brano migliore. I Crenshaw hanno tutti i mezzi per diventare una buona Rock band ma devono concentrarsi maggiormente sulle strutture complessive dei loro brani e non solo sui dettagli. Un ricamo prezioso perde valore se inserito in un contesto di noia generale, per questo consiglio al gruppo di cercare nuovi spunti creativi che possano dare maggior freschezza e varietà ai loro brani futuri. 55/100
|
Chino : Voce Anno: 2009 Sul web: |