Sono passati tre anni e qualche mese dall'ultimo disco solista di John Frusciante; tre anni che sembrano molti di più, se pensiamo che John ha lasciato per la seconda volta i Peppers, è praticamente scomparso dagli scenari mainstream dell'industria musicale, si è rigenerato nel suo mondo "out", lontano dalle luci dei palcoscenici, non più costretto a recitare la parte della rockstar da circo.
Frusciante è tornato a vivere la musica e la vita come preferisce, senza il fardello di una band che, pur essendo sempre più dipendente dal suo talento, si allontanava sempre più dai lidi sonori che gli interessavano e gli interessano in questo momento. Come confermato da lui stesso, da cinque anni il suo interesse è focalizzato sulla musica elettronica. L'ep Letur-Lefr è in questo senso chiarificatore. La musica del chitarrista statunitense si è radicalmente allontanata dal pop rock di The Will To Death, così come dal folk di Curtains; inutile quindi dire quanto distante sia ormai dal funk pop degli ultimi Red Hot. Le sue canzoni hanno acquisito una forma sempre più raffinata, intellettuale nel senso migliore del termine; non si ricerca il motivetto semplice, ma piuttosto si lavora sulle atmosfere, sugli intrecci di suoni eterogenei, sullo sviluppo non banale delle strutture musicali. Il disco del 2009 The Empyrean era il punto d'arrivo del percorso intrapreso nel 2004 con Shadows Collide With People; la forma pop rock raggiungeva la sua massima raffinatezza, allontandosi da qualsiasi tentazione semplificatrice/banalizzante e introducendo sottotraccia una gradita influenza prog (Unreachable). Alla tendenza di creare strutture sofisticate e texture sintetiche, si accompagnava l'uso sempre più parsimonioso della chitarra: nel 2009 Frusciante aveva smesso di essere un guitar hero e si era trasformato in un musicista a 360°, capace di servirsi di tutti gli strumenti con egual bravura. L'ep di quest'anno porta alle estreme conseguenze tutte queste tendenze già intraviste nel 2009: la chitarra è praticamente scomparsa, i brani assumono forme sempre più particolari e difficili da inquadrare, il semplice pop rock è un lontano ricordo. Ci si apre a generi nuovi o quasi nella discografia ormai ampia di John, come l'hip-hop e l'elettronica pura. Non dimentichiamoci che le canzoni qui presenti sono del 2010; rappresentano l'immediata evoluzione del suond di Empyrean verso forme più radicali e disorientanti, sofisticate, ibride. La strumentazione rock classica ha lasciato posto a sintetizzatori, campionamenti e drum machine; le melodie di John si alternano alle rime di vari artisti della scena hip-hop. L'iniziale "In Your Eyes" è in questo senso programmatica: un intreccio serratissimo di synth e drum machine, sul quale si staglia una melodia libera da ogni vincolo o schematismo, dedita all'espressività pura. Il brano raccoglie in 4 minuti una struttura dinamica e in continua evoluzione, densa di idee e variazioni; un synth pop dalle influenze prog che cattura l'ascoltatore coi suoi mille risvolti. "In My Light" riporta alla luce le melodie agrodolci dell'ultimo Frusciante, inserendole in un paesaggio synth fatato, contrappuntato da beat onnipresenti e loop psichedelici; è la trasfigurazione della musica di John, l'alchimia magica dei suoi momenti migliori trasposta in un atmosfera algida, radicalmente diversa dall'usuale stile chitarristico. Un synth pop delizioso, da esporare inesauribilmente. Forse ancora più bello e frenetico è l'intreccio di "Glowe" che addensa beat alternati, texture synth e una chitarra turbinosa, in una piccola ossessione ritmica di un minuto e mezzo. Magistrale. "909 Day" gioca ancora sui beat, ma mette in evidenza soprattutto l'aspetto cromatico della musica, coi synth che pennellano sfumature sonore densissime e avvolgenti, quasi ambientali. In apertura le hip-hop di Leggezin Fin, Masia One, Kinetic 9 e RZA, la cui utilità è dubbia. Splendidi invece i vocalizzi rabbiosi di John nel finale. Altro brano con elementi hip-hop è "FM": la musica viene messa in secondo piano per buona parte del pezzo dalle parole di Kinetic 9, Rugged Monk e RZA. E' un peccato perchè l'ossatura synth sembra davvero buona e dinamica. Senza dubbio l'episodio meno convincente; il supporto di artisti, per quanto talentuosi, così lontani dallo stile di Frusciante non aiuta molto la musica ed anzi rende tutto più caotico e sfuocato. Nel complesso, un quarto d'ora di ottima musica, con qualche calo che però non inficia la qualità complessiva del lavoro. Sicuramente un disco di esplorazione, un anello di congiunzione con un nuovo mondo musicale tutto da esplorale. Con Letur-Lefr Frusciante si proietta in un nuovo scenario; come prova iniziatica non è affatto male, ma per esprimere giudizi più netti credo sia saggio aspettare PBX Funicular Intaglio Zone (registrato nel 2011) che dovrebbe rappresentare lo step successivo nel percorso elettronico di Mr. Frusciante, come conferma una nota pubblicata sul sito del chitarrista. Solo allora sapremo se la trasformazione è avvenuta con pieno successo: questo è già un ottimo inizio. 70/100
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John Frusciante: voce, cori, chitarra, tastiere, campionamenti, drum machine Anno: 2012 |