Nel novembre 2007 nasce una band dal nome molto significativo, i The Collective Unconscious (che riprende appunto il concetto di “inconscio collettivo” di Carl Gustav Jung).
Il gruppo è al completo l’anno successivo con l’entrata del cantante e già nell’estate del 2009 riesce a farsi conoscere nei vari locali romani suonando il loro primo demo autoprodotto. La bravura di questi musicisti permette loro di dividere il palco con i Bud Spencer Blues Explosion all’Init Club di Roma nel 2010, arrivando tra i 18 finalisti del music contest Soniche Avventure. Nel mese di dicembre i The Collective Unconscious pubblicano il loro primo EP omonimo che offre agli ascoltatori un sound ricco di sfumature alternative, già a partire dalla prima traccia intitolata “The bound”. Il working-guitar si presenta molto buono e,con il particolare timbro di voce di Guglielmo, dà al brano una carica emotiva abbastanza rilevante. Sebbene il pezzo non duri poco, le sonorità post rock non risultano minimamente ripetitive e ciò si può individuare anche nei pochi accordi ed effetti sonori della canzone più breve dell’EP, “Toward the waves”. Il suono non viene sfumato,in modo da poter continuare nel brano successivo “Pure cradle”: la voce calda, assieme al buon drumming e al dialogo tra le due chitarre, crea un’atmosfera velata,ma accogliente. In “Stupid spoiled whores” il ritmo diventa più composito; ne deriva,così,un sound più accattivante adatto in qualche scena di film adrenalinici. Tuttavia, alla fine, si ritorna a toni più blandi e di maggior emotività con “Woodworm”, dove si possono cogliere maggiormente le note del basso. Questo EP propone dei brani che colpiscono in modo diverso l’udito e la mente dell’ascoltatore, sebbene abbiano in sé una base melodica comune. Si direbbe che il loro stile sia fresco, originale, molto orecchiabile e, perciò, degno di essere preso in considerazione. 79/100
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Antonio Surace: Chitarra Anno: 2010 |