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Beardfish
Sleeping In Traffic: Part 1

InsideOut etichetta di solito sempre molto apprezzata e molto attenta alla scena Progressive Metal ma poco avvezza alle sonorità più vicine al Prog Rock tradizionale questa volta ci sorprende in maniera estremamente positiva proprio sul versante a lei meno consono e ancor di più ovviamente ci sorprendono gli svedesi Beardfish autori di quello che a tutti gli effetti il loro esordio discografico.

Due album autoprodotti alle spalle e numerosi tour di supporto a ben più blasonate band scandinave, Beardfish che ci propongono questo "Sleeping in Traffic: Part. 1" consegnandoci all'ascolto un autentico piccolo gioiellino di Progressive Rock: illuminante, sognante, esaustivo e capace di presentarci sonorità che affrontano il genere da diverse e molteplici angolazioni; i Beardfish riescono nel difficilissimo compito di mantenersi aderenti agli schemi ed essere innovativi al tempo stesso, basando il proprio suono su chiare radici settantiane ma utilizzando queste radici e questi riferimenti con estrema misura amalgamandole con sapienza alle proprie idee ed alle proprie intuizioni musicali, usando un gioco di parole verrebbe da dire "Progressivamente conservatori".

Una breve intro dal sapore francese del primo dopoguerra, di bistrot e di mercatini antiquari, ci apre le porte della personale macchina del tempo dei Beardfish una macchina che va indietro guardando al futuro ... o viceversa ... una macchina del tempo musicale che ci porta direttamente nel mezzo delle note più acustiche, oscure ed evocative dei primissimi King Crimson con un brano: "Sunrise", che non sfigurerebbe affatto nella discografia di Fripp e compagni. Dai colori più beatlesiani si presenta invece la dolcissima, sognante ed eterea "Afternoon Conversation".
Più rocckeggiante, più zappiana è invece la terza traccia "And Never Knew" con i suoi ritmi più aggressivi ma al tempo stesso sincopati e jazzati una vera e propria boccata di aria fresca. Si arriva al piatto forte, al vero coupe de teatre del combo svedese, ad un pezzo che trasuda genialità musicale ad ogni nota: "Roulette", 12 minuti di puro godimento musicale, di grande ricchezza tecnica e compositiva, di grande ricchezza melodica e lirica e di grande ricchezza e varità di senzazioni, tante le influenze che arricchiscono questo stupendio brano che passa con scioltezza e semplicità dal Prog più sinfonico ai riferimenti al Banco del Mutuo Soccorso, dal RIO al folk e su tutto la grande interpretazione vocale di Rikard Sjöblom che, ottimo in tutto il disco, in questo pezzo si supera regalando un interpretazione che arricchisce ancor di più un brano già di per se superlativo. Teatrale e di grande impatto il finale dai colori decisamente folk che ricorda molto da vicino alcuni passaggi degli Estradasphere in particolare grazie alla fisarmonica uno degli elementi di novità del gruppo scandinavo.
Si torna su idee beatlesiane con "Dark Poet" una ballad per piano e voce dai colori più romantici e pacati. La bellissima "Harmony" ci riporta a colori più settantiani un brano capace di miscelare in modo mirato e gustoso echi emersoniani ad un blues figlio dei Led Zeppelin, gli "Emerson, Lake & Page" non avrebbero saputo far di meglio.
Floydiano è invece l'approccio a "The Ungodly Slob", salvo poi evolvere in un brano molto originale, dalla ricca partitura in cui le tastiere recitano la parte del protagonista, uno dei brani che forse maggiormente mette in risalto il contrappunto passato/presente che come uno spettro benigno ed amico sempre si aggira per l'album.
Sulla falsa riga del precedente è anche "Year of the knife" dove tra ritmi molto purpuliani trovano posto stacchetti molto più jazzati, bella e suggestiva la chiusura sinfonica e malinconica del brano. Un breve pezzo in cui è l'arpeggio di chitarra il vero protagonista con la voce di Rikard ad intonare una triste ballad dai colori nuovamente zeppeliniani ci introduce a "Same Old Song" che va a chiudere in maniera perfetta un album perfetto.

Inutile parlare dei singoli musicisti, tutti ottimi, così come ottima è la produzione e la registrazione. Un grande disco, di sicuro uno dei migliori dischi Prog dell'anno, da avere, da ascoltare e da riascoltare, senza se e senza ma. Complimenti.

80/100


Rikard Sjöblom: Voce, chitarra, tastiera, fisarmonica, percussioni
David Zackrisson: Chitarra, percussioni
Robert Hansen: Basso
Magnus Östgren: Batteria, percussioni

Anno: 2007
Label: InsideOut
Genere: Progressive Rock

Tracklist:
01. On The Verge Of Sanity
02. Sunrise
03. Afternoon Conversation
04. And Never Knew
05. Roulette
06. Dark Poet
07. Harmony
08. The Ungodly Slob
09. Year Of The Knife
10. Without You
11. Same Old Song (Sunset)

Sul web:
Beardfish
Beardfish @MySpace

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