I Worstenemy, band di Oristano, anche se ormai da anni trapiantata in quel di Bologna, attiva dal 1997 ci presenta questo loro album d'esordio intitolato Under Ashes Of Wicked, pubblicato per Raptures Asylum Productions.
La proposta si basa su di un Death Metal di stampo classico, avendo la Florida e band come Obituary e Morbid Angel come principali punti di riferimento. 6 pezzi di death monolitico, classico, grezzo e genuino, con alcuni passaggi più tecnici delle chitarre a regalare innesti più personali ma senza tanti orpelli di maniera a condire il tutto; 6 pezzi che mirano dritto allo scopo, catturare l'ascoltatore con il ritmo e con i riffs, con due validi chitarristi: Marco Marini e Mario Pulisci che puntano appunto su di un riffing pieno e corposo che si lascia andare ogni tanto a passaggi dal sapore più thrashy e ad assoli vari, ben concepiti e nel complesso dotati di buona personalità, che arricchiscono il già valido impianto sonoro. Le ritmiche sono all'altezza, d'altronde visto il genere non potrebbe essere altrimenti, preferendo non puntare tutto sulla velocità esasperata ma scegliendo un approccio più variegato, corposo ed intenso, donando maggior groove alle composizioni, questo grazie alla batteria di Andrea "Dof" Fodde" molto vario nell'uso del set a sua disposizione e dal basso di Elena Zoccheddu, che però, a mio parere, a causa del mixing non precisissimo risulta un pò penalizzato. Di buon livello anche il growl di Mario Pulisci adeguatamente "marcio" e ben poco propenso a scende a compromessi melodici. L'apertura è affidata alle note quasi doom della cadenzata Spectrum che cede il passo alla ben più "corposa" e frenetica "S.P.D. - Suffer Putrefaction Dominion", qui i riff si fanno più serrati e le ritmiche più incalzanti e compatte. Con i suoi 5 minuti e mezzo "Nogoth" è il pezzo più lungo dell'album ed a mio avviso, assieme a "S.P.D." ed alla title track che chiude l'album, il più bello. Qui l'alternarsi di tempi più concitati e passaggi più modulati gioca un ruolo importante rendendo il brano molto interessante e vario. Una strizzatina thrash ci introduce a "Burnin my Flesh", mentre la seguente "Nameless" e un massiccio monolite ritmico interrotto solo da un buon giro di basso ai 3/4 del pazzo. Chiude la title track che torna sui sentieri frenetici di "S.P.D." con un buon lavoro tecnico di chitarra e basso ad alternarsi ad un riffing corposo e robusto, oltre che una instancabile batteria. Un lavoro questo dei Worstenemy che pur non introducendo nulla di particolarmente nuovo ad un genere che d'altronde ha ben poco di nuovo da dire, riesce però a mostrarci una band dotata prima di tutto di una valida base tecnica e sopratutto di buona personalità che sa interpretare e reinterpretare le basi classiche del Death in maniera adeguatamente personale. Per gli amanti del Death "old school" sicuramente un disco che risulterà interessante e piacevole; propedeutico anche per chi vuole riavvicinarsi ad un genere spesso dato per "superato" vuoi dal tecnicismo esasperato, vuoi dalle sonorità più estreme e brutali o vuoi dagli accostamenti a partiture più progressive ma invece sempre vivo e vegeto, come i Worstenemy stanno splendidamente a dimostrarci. 77/100
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Mario Pulisci: Voce, chitarra Anno: 2009 Sul web: |