Secondo lavoro per gli americani Redemption, che dopo aver praticamente stravolto la line-up rispetto all'esordio, fanno l'acquisto più importante, Ray Alder dei Fates Warning, già questo sinonimo di garanzia sulla tipologia e sulla qualità della musica proposta.
I Redemption ci propongono infatti un Progressive con decise e veementi spinte Heavy, la tecnica non si discute, ed il gruppo, nonostante molti "richiami" talvolta anche palesi a gente tipo Symphony X, Dream Theater, o agli stessi Fates Warning, riesce a mantenere comunque una propria identità. La struttura del platter è quella tipica del genere con canzoni molto lunghe con tanto di suite finale suddivisa in quattro movimenti. Impressionante la prova di Nick Van Dick alle tastiere e dello stesso Van Dick in collaborazione con Bernie Versailles alle chitarre, lunghi assoli che forse eccedono un pizzico di virtuosismo costellano tutto il lavoro, ma virtuosismo quasi mai però fuori posto o fine a se stesso e che comunque all'ascolto non provoca assolutamente il classico senso di "noia". Completano l'ottimo lavoro la prestazione di Ray Alder che decisamente ha dato un preciso indirizzo a tutto il complesso del disco, sfoderando una prova maestosa sia nella parti "cattive" che in quella più melodiche, riuscendo sempre a elevare la parte vocale a vero e proprio strumento, specialmente a confronto con le evoluzioni di chitarra e tastiera e sopratutto la grandissima prova della sezione ritmica in grado sempre di assecondare con la medesima precisione sia i vorticosi inseguimenti di tastiere e chitarre, che i repentini cambi di tempo, sia i momenti più melodici che i virtuosismi dei solisti. Se volete sentire come suona un disco di Progressive Metal non dovete perdervi la possibilità di ascoltare questo The Fullness of Time. Un ottimo lavoro di una band nascente, anche se formata da gente di esperienza, sopratutto dopo alcuni passaggi a vuoto di certi maestri del genere. 85/100
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Ray Alder: Voce Anno: 2005 |