Le cinque tracce in questione mettono in risalto la preparazione tecnica della band di Reggio Emilia (in giro dal '98) caratterizzata da numerose influenze (tutto sommato abbastanza nella norma) che confluiscono in un ibrido di metal contaminato e sfaccettato, che nonostante tutto si lascia ascoltare senza troppi intoppi e con un piacevole sottofondo di potente distruzione sonora.
La caratteristica primaria del gruppo è avere una costante estrema mantenendo una porta aperta con l'espressione progressiva propria dei '90 nel contempo amalgamata ad una dimensione attualizzata, quindi con accenti Death evocativi dal lontano tocco 'Swedish' e/o ‘Americano’, Thrash martellante ad ampio respiro, HC cadenzato e/o agguerrito, cyber metal completo di tastiere a tappeto a stratificare ulteriormente il sound. Tutto ciò intessuto sulla metrica e applicato ad una matrice contemporanea abbastanza compatta, completando così gli ingredienti di base della band la quale si discosta per via dei suoni scelti in fase di registrazione (molto cupi ed equalizzati linearmente) e per le distorsioni oscure e molto compresse senza lasciare troppo spazio alla pulizia del suono delle produzioni musicali overground. Di certo non so se sulla lunga distanza i ragazzi riusciranno a creare quel 'mood' personale nel contempo vario e fresco, tuttavia i potenziali sono notevoli quindi mi aspetto ulteriori passi in avanti con la prossima release. Intanto come etichettarli? Post-thrash? Io non direi, i WhenLoveFinishes sono molto di più, le strutture e le influenze moderne non tolgono niente al loro background (visti anche i trascorsi punk/metal) e la tendenza è quella di prendersi molto sul serio utilizzando tutto ciò che fa parte del bagaglio personale, fanno testo le liriche e la notevole cura nell'esecuzione...ulteriore conferma che la finalità è quella di spaccare ma con raziocinio. La presenza dello stile HC è davvero forte e si sente, ma nonostante io non sia un grandissimo estimatore del genere devo ammettere che è godibile a differenza di molte bands new-metal/emo d'oltreoceano, quindi consiglio l'ep a chi ha una mente aperta, alle nuove leve amanti del metal di ultima generazione ma anche a chi non disgusta il death melodico e gli innesti technical e thrash (old groovy ‘90), è fuori dubbio che l'energia dei membri in futuro dovrà focalizzarsi e raffinarsi ulteriormente causa la morte nell'anonimato in una scena ultra satura di gruppi che possono essere considerati simili. La sostanza c'è, l'ep è esaustivo, anche se ci sono alcune tracce dissimili l'una dall'altra, vedi ad esempio l'iniziale "1984" (thrash death Testament oriented condito con arrangiamenti facili sospesi tra refrain taglienti e tecnologici ed assoli vicini alla fusion + vocals aggressive ed evocative) che per stile poco o quasi c'entra con la seconda "KilledByMe" (un vero e proprio pugno nello stomaco con un unico delirare intermezzato dai costanti break fusion) e la terza "Firebrand" che risulta un mix linere perfetto delle precedenti ma senza grossissimi spunti, "Breakdown" come dal titolo stesso non è abbastanza varia e resta sul chi va là in uno stato di insana ansietà, meglio arrangiata potrebbe diventare una track in pieno Meshuggah style anche se mi ricorda in minor parte il death dei miei compianti Nocturnus e Pestilence (almeno nello spirito…), mentre una ripresa di tutto rispetto arriva con "UnderControl" pezzo dal vivo che sprigiona tutta la rabbia ed energia primordiale del combo, ma sempre metricamente perfetta e con un accenno drum'n'bass per giunta!!! Il tutto comunque dimostra una band in progressione costante alla ricerca di uno status unico e originale, per il momento le mosse azzeccate sono i solos e le tastiere a tappeto seppur non molto innovative che riempiono il sound e lo rendono corposo e d'atmosfera. Songwriting buono ma da perfezionare, unica pecca alcuni giri molto scontati, l'input giusto c'è gia così come l'affiatamento, poi non manca altro: abbiamo ferocia, assalti frontali, assoli ispirati, basso suonato in maniera tecnica ed ineccepibile (Sadus/Pestilence/Cynic), registazione secca in piena linea underground, loops e inserimenti campionati, vocals varie a metà strada tra deathcore e metal, batteria molto presente e doppio pedale dal sound Panteroso... Meritano più della sufficienza, un bel 'sette' di incoraggiamento sperando di sentire presto ottime notizie ed un full-length album più maturo. 70/100
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Mirko Sacchetti: Voce Anno: 2007 |