I douBt – gruppo internazionale composto dal tastierista inglese Alex Maguire, il batterista statunitense Tony Bianco e il chitarrista belga Michel Delville - propongono in questa seconda fatica discografica una musica tanta valida quanto ostica, attraversando almeno tre spettri musicali: percorrono il pur esteso range sonoro che separa il jazz-rock dalla fusion (“There Is a War Going On” e “Jalal”), e cedono alla tentazione di concedersi divagazioni rock, seppure pesantemente condite, per non dire compenetrate, da influenze sempre e ostinatamente jazz (“No More Quarrel With the Devil” e “Purple Haze”, unica cover dell’intero lavoro). In entrambi i casi, il vulcanico chitarrista nordeuropeo tesse trame irrequiete, nevrotiche, spesso volutamente impazzite, elevando all’ennesima potenza la lezione già impartita dall’Holdsworth più estremo, come volesse trasporre su chitarra ciò che John Zorn ha fatto e detto con il sax. Il terzo percorso intrapreso dal combo cosmopolita è certamente il più ostico tra quelli avviati: l’ensemble passa con disinvoltura dall’avanguardia (“Goodbye My Fellow Soldier”) al free jazz (“The Human Abstract”), oppure, dimostrando maggiore attitudine alla delirio collettivo, percorre congiuntamente entrambe le influenze (“Rising Upon Clouds”), dimostrando così di aver recepito fin troppo bene la lezione impartita, per esempio, da John Cage, oppure, rimanendo su territori italiani, dagli Area più sperimentali. E laddove le criptiche e perverse combinazioni dovessero apparire non completamente esaustive, ecco che il trio si inventa l’ennesima commistione di generi astrusi, unendo l’ambient all’avanguardia (“Mercy, Pity, Peace & Love”). In tutto questo, fa certamente eccezione il brano “The Invitation”, un godibilissimo jazz di fruibile comprensione che esprime pacate e armoniose inclinazioni. Insomma, se per voi jazz si concretizza con la musica del Pat Metheny Group, state alla larga da questo lavoro. Se, invece, stravedete per Ornette Coleman, se ascoltate Ascension di John Coltrane mentre viaggiate in macchina o se, parlando ancora di Metheny, impazzite per “Zero Tolerance for Silence”, “Electric Counterpoint” o “Song X” (il secondo in coppia con Steve Reich, il terzo con il già citato Coleman), allora procuratevi senza indugio questo pezzo da novanta. 82/100
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Alex Maguire: Tastiere, sequencer Anno: 2012 |