Futuro Festival (Woman Made + 1m3)
Roma, Teatro Brancaccio, 7 luglio 2022

Nell'esteso alveo del Futuro Festival, rassegna internazionale di danza e cultura contemporanea che si tiene negli spazi aperti e chiusi del Teatro Brancaccio, ha trovato corpo una duplice rappresentazione artistica, rispettivamente concretizzata dal giovanissimo team 1m3 e dall'ensemble Woman Made.
Ha aperto il primo, in cui milita una quindicina di giovanissimi danzatori, il cui acronimo (che si legge "un metro cubo"), allude al "limite simbolico in cui vivere, convivere e dal quale, nel caso, evadere attraverso l’esperienza personale di ognuno".
L'esibizione ha colpito la nostra attenzione: l'intero organico è stato suddiviso in sottogruppi che, alternandosi, hanno danzato sopra, di fianco, finanche ai piedi di tre grossi cubi, creando suggestioni visive di grande impatto, palesando osmosi e grande coesione.
La direzione di Alessia Gatta (peraltro, anche direttrice artistica dell'intero Futuro Festival), si è dimostrata efficace, pur nella sua sobrietà espressiva, sia per ciò che concerne gli abiti di scena (jeans e magliette bianche per ogni danzatrice/danzatore), sia con riguardo alla durata, assai contenuta, cosa che ha permesso di realizzare una esecuzione assai compatta, quasi immediata, perfettamente in grado di sublimare movimento del corpo e sinuosità degli arti.
A seguire, la performance di Woman Made, "progetto che dà voce
alle donne coreografe, registe e curatrici tra creazione e programmazione congiungendo lo sguardo femminile sulla danza contemporanea dell’area mediterranea".
Tre gli atti, non necessariamente nell'ordine di seguito indicato: "The Encounter: Italy" "attinge al modo radicale in cui abbiamo incontrato la nozione di tempo in isolamento: la sua velocità sfrenata e la sua lentezza brutale"; "She Owns – a narration #1" è una "breve manifestazione artistica (.) di una riflessione condivisa e di un processo di riesperienza incarnata sul tema del ciclo mestruale"; "Nautilus", infine, "tesse uno spazio di intime trasformazioni giocando su temi legati alla fertilità, la crescita evolutiva, la forza femminile e l’emancipazione".
Va innanzitutto precisato che, a modesto parare di chi scrive, è apparso subito evidente lo scollamento piuttosto macroscopico tra quanto esplicitato nella brochure e quanto trasposto  sul palco. Cioè a dire che alcuna delle tre esecuzioni artistiche ha effettivamente incarnato, neanche lontanamente, quanto trascritto in precedenza nero su bianco. Anzi, a fine serata, ancora ci si chiedeva quale titolo fosse da attribuire all'una o all'altra esibizione. 
In termini di valore assoluto, la prima delle tre - e ancora non sappiamo indicare quale rubricazione attribuirle (a dimostrazione di quanto detto poco sopra) - si è dimostrata assai efficace, nella sua inedita e suggestiva commistione tra ramaglia e corpi umani. L'intreccio che ne è scaturito ha dato vita ad una stratificazione visiva che ha avuto il potere di richiamare ancestrali figure estetiche e suggerire potenziali contatti tra la creatura umana e la natura, pur nella sua fase finale, quella afferente alla caducità dei rami.
Gli altri due atti, invece, hanno suscitato perplessità: le danzatrici hanno proposto un range che toccava due estremità, passando repentinamente da un minimalismo espressivo ad una esasperazione del movimento e viceversa. Saltando di colpo tutto ciò che si trovava nel mezzo, cioè, si è partiti dalla staticità dei corpi fermi o rallentati, giungendo all'assolutismo del movimento, tra corse, scontri corporali, scatti repentini, per poi rifare il percorso a ritroso.
In alcuni frangenti, è parso a chi scrive di assistere ad una summa di esercizi ginnici, piuttosto che ad una danza.
Si è talvolta dubitato, infine, che alcuni movimenti non sincronizzati fossero realmente voluti.
In sintesi, l'arte espressiva di Woman Made, quantomeno nelle due opere finali, è parsa complessa, criptica, a tratti macchinosa, adatta ad un pubblico che, suo malgrado, è obbligato a sedersi sugli spalti previo adeguato approfondimento dell'inusuale arte scenica che andrà ad assistere.











WOMAN MADE

Compagnia: ATS – WOMAN MADE (ArtGarage, Borderline, Adarte, Dance Gallery)

Coreografia:
Kimberly Bartosik
Claudia La Vista
Patscharaporn Krüger-Distakul

Interpreti
Ginevra Cecere
Adriana Cristiano
Giulia Gilera
Marcella Martusciello
Sara Maurizi
Giada Ruoppo

Produzione: Woman Made ATS – progetto realizzato nell’ambito del bando Boarding Pass Plus del Ministero della Cultura


1
m
3
PERFORMANCE FINALE DEL WORKSHOP PER GIOVANI DANZATORI
#UNMETROCUBO
Direttrice: Alessia Gatta
Produzione: [MATRICE]N
in collaborazione con BrancaccioDanza



Teatro Brancaccio

Via Merulana, 244
00185 Roma
whatsapp: 344 1455127



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