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Jon Anderson
Intervista a cura di Gianluca Livi
Introduzione
Cantante, compositore e polistrumentista (suona tastiere, percussioni, arpa e chitarra), Jon Anderson è ormai noto per essere stato il cantante degli Yes, band che ha co-fondato nel 1968 ed ha lasciato nel 1980 per intraprendere la carriera da solista.
Tornato negli Yes nel periodo 1983-1988 e di nuovo dal 1991, li lascia definitivamente nel 2008 per problemi di salute.Nel corso della sua lunga carriera, Anderson ha collaborato con i King Crimson nonché musicisti blasonati del calibro di Vangelis (con lui fondando il duo Jon & Vangelis), Jeff Pevar (Crosby, Stills & Nash), Roine Stolt (Kaipa, Flowers Kings, Transatlantic), Jean-Luc Ponty (Frank Zappa).Nel Gennaio 2016 ha annunciato la nascita di un vero e proprio spin-off degli Yes assieme ai vecchi compagni d'armi Trevor Rabin e Rick Wakeman che, sulla scorta di quanto fatto con la band Anderson Bruford Wakeman Howe alla fine degli anni '80, porta il nome dei soli cognomi, abbreviato con l'acronimo ARW. I tre hanno svelato di stare scrivendo nuovo materiale per un album in studio. Dopo aver effettuato un tour nell'autunno del 2016, nei soli Stati Uniti, la band ne ha annunciato un secondo, stavolta europeo, che si svolgerà nel corso dela primavera 2017 (entrambi denominati "An Evening Of Yes Music and More"). Oltre a Jon Anderson alla voce, Trevor Rabin alla chitarra e Rick Wakeman alle tastiere, fanno parte del nuovo progetto Lee Pomeroy al basso e Lou Molino III alla batteria.
Intervista
A&B: Vorrei iniziare questa intervista parlando di Anderson Rabin Wakeman. Eccellente progetto e formidabile band.
Jon Anderson: Ho una tale amicizia con Rick e Trevor che abbiamo sempre desiderato lavorare insieme come band.
ARW è un progetto ancora agli inizi: abbiamo scritto alcune canzoni e musica per il futuro, ma per ora siamo felici di suonare la musica degli Yes, musica che ormai fa parte del nostro DNA...
Siamo molto avventurosi e questa cosa si muove in progressione nei nostri cuori.
A&B: Avete suonato alcuni brani inediti durante i vostri concerti?
Jon Anderson: Nessuno nuovo brano ma, appena abbiamo provato, lo scorso settembre, ci siamo resi conto che il repertorio degli Yes era quello che bisognava esprimere in questo primo tour e quindi abbiamo scelto i pezzi più rappresentativi pensando anche, naturalmente, ai fans che sarebbero venuti a vederci dal vivo, per riservare loro il massimo divertimento.
A&B: Quali riscontri avete ottenuto dal pubblico fino a questo momento?
Jon Anderson: Le prime date negli States sono state una favola. Il pubblico si è sempre divertito. Una festa ogni sera.
A&B: Ho visto alcuni estratti da youtube e la band mi è apparsa in gran forma. Non è facile, a mio parere, ricoprire i ruoli di bassista e batterista suonando musica degli Yes. Qual è la tua opinione su Lee Pomeroy e Lou Molino?
Jon Anderson: Lee è un bassista incredibile, totalmente rispettoso di Chris. È cresciuto suonando tutto il suo lavoro e siamo grati di averlo nella band.
Lo stesso vale per Lou: è potente e delicato al tempo stesso. Lui combina con facilità gli stili di Bill e Alan. E, come Lee, semplicemente ama la musica degli Yes.
A&B: Hai detto che avete scritto nuova musica: pubblicherete un nuovo album in studio?
Jon Anderson: Molto difficile da dire. Stiamo pensando di rendere disponibili alcune canzoni entro la fine dell'anno, ma non abbiamo fretta: vogliamo fare in modo che tutto sia speciale.
L'album "Fragile"
A&B: Sono convinto che, all’interno dell’universo Yes, ARW sia una diversa incarnazione (e al momento, a mio parere, la più genuina e affidabile). Cosa pensi dell'attuale line-up degli Yes?
Jon Anderson: Il nome Yes è ovunque ormai. Ci sono un sacco di ottime cover band, come gli “Yessongs” in Italia. Quasi ovunque ci sono gruppi che suonano la musica degli Yes: questo vuol dire che i brani e la musica degli Yes sono sopravvissuti.
Steve, Alan e Chris sono andati avanti suonando la musica degli Yes, ma i loro album hanno perso il marchio, per come la penso io.
Mi piacerebbe che loro fossero più avventurosi, come band, ma questo è solo il mio pensiero.
A&B: Parlando degli ultimi due dischi della band, penso che "Fly From Here" fosse un buon lavoro, ma "Heaven & Heart” è stato il peggior album pubblicato sotto il nome di Yes dal 1968 (ed è un peccato che sia stato l’ultimo lavoro in cui ha suonato Chris Squire). Hai ascoltato la loro musica?
Jon Anderson: Ho ascoltato un paio di canzoni: come ho detto, non è la mia idea degli Yes.
A&B: Penso che David abbia una bella voce, ma non può competere con te in quanto ad estensione vocale. Davison raggiunge altissimi ottave ma la sua voce è troppo stucchevole. Cosa pensi di Benoît e Jon?
Jon Anderson: Non è una cosa facile, cantare dal vivo e per due ore di seguito le canzoni di cui ho scritto i testi, cosi taaaanti testi, ma entrambi hanno fatto un lavoro incredibile interpretando a loro modo il repertorio degli Yes.
Sono molto felice per loro.
A&B: Perché hai lasciato gli Yes nel 2008?
Jon Anderson: Molto semplice e folle: ho avuto un bruttissimo attacco d'asma nel maggio di quell’anno e stavo quasi per morire.
Per fortuna, mia moglie Janee mi ha salvato la vita, quel giorno, e si è presa cura di me.
Sono stato in coma per 3 giorni e ho avuto molte complicazioni.
In seguito, ho avuto sei ricoveri in quattro mesi e sono stato male per tutti gli ultimi mesi del 2008. tuttavia, invece di aspettarmi, di concedermi il tempo di recuperare, la band voleva fare soldi.
È stato un momento molto triste per me.
In realtà, è stata una benedizione su più fronti: ho dovuto imparare a sopravvivere senza il gruppo e ho fatto molti concerti da solista in giro per il mondo negli anni successivi con mia moglie Janee, una donna speciale e molto divertente: lei ha un così elevato senso dell'umorismo che è stata capace di mantenermi di buon umore tutto il tempo.
A&B: Sei in contatto con gli altri membri degli Yes?
Jon Anderson: Parlo da sempre con Alan. Siamo sempre rimasti in contatto. Ha passato un difficile momento di malessere e, come ho imparato personalmente, la salute è tutto.
ABWH - 1989 (da sx: Rick Wakeman, Jon Anderson, Bill Bruford, Steve Howe)
A&B: trattando brevemente la discografia degli Yes, nella sua autobiografia, Bill Bruford ha scritto che l'album "Union" fu immediatamente ribattezzato "cipolla" da Rick Wakeman. Era anche il tuo parere?
Jon Anderson: Quell’album fu un vero frullato e completamente gestito dai manager. Fu un album sofferto, perché non c'era nessuna intesa musicale tra noi. Tuttavia, per me, il tour che ne è seguito è stato il migliore.
Tu sai che il tour è la cosa più importante, non il disco. Abbiamo realizzato un’incredibile versione di “Awaken": ogni sera era una meraviglia.
A&B: Cosa pensi, oggi, sulla formazione di “Union”?
Jon Anderson: Io sono sempre per i musicisti intesi come un insieme, se possibile, quantomeno fino a quando c'è “armonia” all'interno della band: deve essere una gioia sempre.
L'album "90125"
A&B: Andando indietro nel tempo, ero un teenager quando "90125" ha letteralmente sconvolto la mia vita. Prima di tutto, ti ringrazio (e grazie a Trevor, ovviamente): musica e arrangiamenti formidabili. Ma la copertina... mio Dio! Perché sceglieste di cambiare il logo degli Yes e di perdere la meravigliosa e suggestiva iconografia di Roger Dean?
Jon Anderson: “90125” è stato un album su cui ho cantato e ho dato una sistemata alle liriche. In realtà, fui interessato molto tardi alla creazione del lavoro. La maggior parte della produzione era già stata realizzata ma loro volevano me alla voce.
È stata un'esperienza molto emozionante per me, ma non sono mai stato coinvolto nella realizzazione dell'opera.
Ho però suggerito il numero “90125” come titolo per l'album e quindi posso dire di aver fatto la mia parte.
A&B: Perché Eddie Jobson non divenne membro degli Yes in quel periodo?
Jon Anderson: Dovresti chiederlo a lui.
A&B: Nessuna domanda sugli Yes degli anni Settanta, in questa intervista (giacché è stato scritto di tutto e di più...). Se me lo permetti, vorrei sapere cosa pensavano negli anni 70 i grandi artisti prog inglesi degli anni Settanta dei gruppi italiani progressive dello stesso periodo (PFM, Orme, Banco, New Trolls).
Jon Anderson: Mi piaceva molto la PFM e li incontrati un paio di volte. Una band molto forte.
Ci sono grandi musicisti in tutto il mondo: alcuni hanno la possibilità di diventare noti, altri no... fa parte del mistero della vita...
A&B: Non solo cantante ma anche multi-strumentista: tu suoni tastiere, percussioni, arpa e chitarra. Come hai imparato tutti questi strumenti?
Jon Anderson: Ho trascorso ore ed ore a fare esercizio, con in testa sempre nuova musica e quindi ora suono più strumenti.
Le cose funzionano sempre bene quando incastri tutti i pezzi alla perfezione.
A&B: Qual è il tuo strumento preferito e perché?
Jon Anderson: L'arpa è uno strumento magico ma è lei che suona me, non sono io che suono lei.
(photo credit Carlos Lopez)
A&B: Hai lavorato con molti artisti e gruppi, inclusi i King Crimson. Hai rischiato di diventare il nuovo cantante della band, durante le sessions di "Lizard"?
Jon Anderson: No, io sono e sarò un cantante degli Yes per tutta la vita.
A&B: Quando Bill Bruford entrò nei King Crimson, nel 1972, Robert Fripp disse che gli Yes erano stati una "buona palestra" e che Bill era certamente pronto per i Crimson. Non proprio una frase gentile nei confronti degli Yes, non trovi?
Jon Anderson: Bill è un ragazzo molto onesto e bravo.
Ho sentito molto la sua mancanza quando ci lasciò, ma la vita è così.
E per lui è andata meglio, visto che ha lavorato con i Crimson.
A&B: Cosa ne pensi dei nuovi Crimson? In questa intervista, Bill ha detto che "tre batteristi sembrano un po' eccessivi". Sei d'accordo?
Jon Anderson: Non è una cosa che posso dire io.
A&B: Parlando del presente, la collaborazione con Jean-Luc Ponty - sublimata dalla pubblicazione dell'album "Better Late Than Never” - è originariamente nato nel 1980. Perché il progetto è stato realizzato 35 anni più tardi?
Jon Anderson: Perché siamo fratelli nella musica. Jean-Luc è un maestro, un grande artista.
A&B: In questa intervista, Jeff Pevar parla del brano "River Of Dreams", incluso nel suo ultimo album: "Jon ha spesso cantato cose riguardanti il pianeta terra ed il collegamento tra il pianeta e il cosmo. Ho pensato che, sia spiritualmente, sia musicalmente, lui sarebbe stato perfetto per il progetto, ma non avevo idea se la musica fosse andata bene. Ero così eccitato quando ha risposto subito alla mia e-mail e mi ha mandato il suo fantastico apporto al mio brano, che era costituito soltanto da un titolo e una traccia di chitarra". Personalmente, sono d'accordo con Jeff: la musica è perfetta per te. Si aggiunga anche una testo formidabile...
Jon Anderson: Ho visto Jeff dal vivo con Ricky Lee Jones: uno dei migliori spettacoli a cui abbia mai assistito, un sogno diventato realtà per me e la mia Janee.
Quando Jeff mi ha inviato la sua musica, ho semplicemente cantato per lui, per ringraziarlo per quello che aveva fatto con Ricky Lee.
Un uomo meraviglioso.
A&B: Ho personalmente apprezzato "Invention of Knowledge” (qui la nostra recensione). Credo che sia un disco fantastico, perfettamente legato alla grande tradizione progressiva. In questa intervista, Roine Stolt ha mostrato grande rispetto per te. Cosa ne pensi dei gruppi in cui Roine suona o ha suonato in passato? (Kaipa, Flowers Kings, Transatlantic).
Jon Anderson: Sono tutti gruppi che annoverano musicisti molto speciali, che sfidano se stessi ad essere sempre progressive.
Ammiro molto questa forma mentis.
A&B: Nella stessa intervista, Roine ci ha detto che tu hai sempre parlato di un secondo capitolo. Un nuovo album è in arrivo?
Jon Anderson: Sì, ne abbiamo parlato giusto questa settimana. Stiamo creando lentamente il prossimo capitolo del nostro lavoro insieme.
A&B: Chiudo parlando ancora di ARW. Dando un'occhiata alle date del vostro tour, sul vostro sito web ufficiale (www.arw-tour.com/), manca l'Italia...
Jon Anderson: Sono molto dispiaciuto di non poter suonare in Italia quest'anno.
Forse il prossimo... abbiamo tutto il tempo.
Love and 'light'.
Jon
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ENGLISH VERSION
Introduction
Singer, songwriter and multi-instrumentalist (he plays keyboards, percussions, harp and guitar), Jon Anderson gained prominence as the lead vocalist in the progressive rock band Yes, which he co-formed in 1968 and left in 1980 to pursue a solo career. He returned to Yes from 1983 to 1988 and again from 1991 to 2008. Anderson has collaborated with King Crimson and musician Vangelis, Jeff Pevar, Roine Stolt, Jean-Luc-Ponty.
In January 2016, Jon announced he had joined forces with Yes veterans Trevor Rabin and Rick Wakeman under the name Anderson, Rabin and Wakeman (ARW), revealing the three had been writing new material for an album. The new band - a Yes-spin-off band - have announced an Autumn 2016 US tour and a Spring 2017 European tour named "An Evening of Yes Music and More". Besides Jon Anderson on vocals, Trevor Rabin on guitar and Rick Wakeman on keyboards, the touring line-up includes Lee Pomeroy on bass and Lou Molino III on drums.Interview
A&B: I would like to start talking about ARW. Excellent project and terrific band.
Jon Anderson: I just feel my ongoing friendship with Rick and Trevor was always to work together as a band.
This project ARW is still at the beginning. We have written some songs and music for the future.
For now, we are happy to play Yes music as it in our DNA. We are adventurous and still progressive in our hearts.
A&B: Did you play some unreleased tracks during your live shows?
Jon Anderson: No new songs yet. As we rehearsed last September, we realized that classic Yes music was just right for this first tour and we picked out the songs that would challenge us musically and, of course, we are thinking of the people who come to the show, give them the what they would enjoy the most.
A&B: Are you obtaining a positive response from the public?
Jon Anderson: The USA tour was a blast. The more the audience had fun the more we did. It was a celebration every night..
A&B: I watched some live extracts from youtube and the band appeared excellent. It is not easy, in my opinion, to fill the roles of the bass player and the drummer in Yes music. What’s your opinion about Lee Pomeroy e Lou Molino?
Jon Anderson: Lee is an amazing bass player, totally respectful of Chris. He grew up playing all of Chris's work and we are grateful to have him in the band.
The same goes for Lou: he is powerful yet 'light'; he combines Bill and Alan with ease and, like Lee, just loves Yes music.
A&B: You talked about new songs and music. Do you will release a studio album?
Jon Anderson: Very hard to say. I'm thinking we will release some songs later this year, but there is no rush: we want to make sure the music is special.
(photo credit Charles Hope)
A&B: I think that ARW is a different Yes incarnation in the big Yes family tree (at the moment, in my opinion, the most genuine and reliable). What do you think about the current line-up of Yes?
Jon Anderson: The Yes name is everywhere now, lot's of very good cover bands like 'Yessongs' there in Italy and almost everywhere there are cover bands performing Yes music. The songs and music have survived.
Steve and Alan and Chris carried on performing Yes music, ...their albums just missed the mark, for me.
I would love them to be more adventurous as a band, but that's just my thinking.
A&B: Talkin’ about the two last records of the band, I think that "Fly from Here" was good but "Heaven & Earth" is the worst album published under the name Yes since 1968 (and it is a misfortune that it was the last where Chris Squire played). Did you listen to them?
Jon Anderson: I listened to a couple of songs, but as I say, it's not my idea of Yes.
A&B: In my opinion, David has a beautiful voice, but he doesn’t compete with your vocal extension. Davison reaches very high octaves, but his voice appears too cloying. What’s your personal opinion about vocals attitudes of Benoît and Jon?
Jon Anderson: It's not an easy gig to sing for two hours the songs I helped create and the words, sooooo many words. They have both done an incredible job of singing the songs of Yes. I'm very happy for them.
A&B: Can you explain the reasons why you left Yes in 2008?
Jon Anderson: Very simple and crazy: I had a very bad asthma attack in May of that year and nearly died.
Thankfully my wife Janee saved my life that day and she took care of me. For I was in a coma for three days, then complications set in later where I had to have six procedures over a four month period, so I was very ill for the last few months in 2008, and the band wanted to make money instead of waiting for me to recover. Very sad moment for me, but in reality it was a blessing in many ways: I had to learn to survive without the band and I did many solo concerts traveling the world over the coming years with my very beautiful and very funny wife Janee. She has the best sense of humor, keeping me in good spirits all the time.
A&B: bad story, which often occurs in the music business. Are you in contact with the other members of Yes?
Jon Anderson: I speak with Alan now and then, we always get along. He has had a tough time being unwell and, as I've learned personally, health is everything.
Yes - 1978 (Chris Squire, Rick Wakeman, Jon Anderson, Alan White, Steve Howe)
A&B: Talkin' briefly about the Yes discography, Bill Bruford wrote in his autobiography that the album "Union" was immediately renamed "onion" by Rick Wakeman. It was also your opinion, at that time?
Jon Anderson: It really was a mix up and totally run by the managers. The album suffered because there was nobody in charge musically, for me. I had the best time on that tour: you see, the tour was the most important thing, not the record. We did an amazing “Awaken” so every night was bliss.
A&B: What’s your impression, today, about the eight-members formation?
Jon Anderson: I'm all for musicians performing as an ensemble, as many as possible. As long as there is “harmony” within the band. It's a joy ride on many levels.
A&B: Going back in time, I was a teenagers when “90125” upset my life. First of all, I thank you (and thanks to Trevor, of course): terrific music and arrangements. But the cover… Oh my God! Why you chose to change the iconic logo, missing the wonderful and evocative Roger Dean’s iconography?
Jon Anderson: “90125” was an album that I sang on and arranged lyrics here and there, I came very late to the creation of the album. Most of the production was already done. They just wanted my voice on it, so it was a very exciting time for me, but I was never involved in the artwork, but I did suggest the number “90125” as a name for the album, so I did my part.
A&B: Why Eddie Jobson never became a Yes member in that period?
Jon Anderson: You should ask him...
A&B: No question about Yes of the seventies, in this interview (it was written everything and more…). If you permit, I would like to know what the great English prog artists of the seventies thought about italian progressive bands of the same period (PFM, Orme, Banco, New Trolls).
Jon Anderson: I enjoyed PFM, and met with them a couple of times, very powerful work. There are great musicians everywhere in the world. Some get the chance to be well known, others don't...it's all part of the mystery.
A&B: Not just a singer but also a multi-instrumentalist. You play keyboards, percussions, harp and guitar. How did you learn all these instruments?
Jon Anderson: I just spent hours practicing and dreaming of new music. I play everything ok!! But when you add the parts together, it works.
A&B: What is your favorite and why?
Jon Anderson: The Harp in magical, it plays me, I don't play it.
(photo credit Deborah Anderson)
A&B: You worked with many artists and groups, included King Crimson. Did you risk to became the new singer of the band, during the “Lizard” sessions?
Jon Anderson: No, I'm a Yes singer all my life.
A&B: When Bill Bruford reached King Crimson, in 1972, Robert Fripp said that Yes had been a "good gym" and Bill was definitely ready for Crimson. Not really a kindness sentence to Yes, isn’t it?
Jon Anderson: Bill is a very honest and great guy. I did miss him when he left, but life is like that: he got better and better because he worked with Crimson.
A&B: What do you think about the new King Crimson era? In this interview, Bill said that “three drummers seems a bit excessive”. Do you agree?
Jon Anderson: Not for me to say..
A&B: Talking about the present, the collaboration with Jean-Luc Ponty – sublimated by the album “Better Late Than Never” – was originally born in 1980. Why the project was made 35 years later?
Jon Anderson: Because we are brothers in music, Jean Luc is a master, a great artist.
Jean-Luc Ponty and Jon Anderson
A&B: In this interview, Jeff Pevar talks about the song "River Of Dreams", included in his last album. "Jon has often sung about the planet earth and being connected to the planet and the cosmos. I thought both spiritually and sonically he would be the perfect person for the project but I had no idea if the music was going to speak to him. I was so excited when he immediately answered my email and sent me his amazing addition to the song that I only had a title to and a guitar track". I agree with Jeff: the music is perfect to you. In addition, terrific lyrics...
Jon Anderson: I saw Jeff with Ricky Lee Jones. Just one of the best shows ever, a dream come true for me and my Janee. When Jeff sent the music, I just sang for him, to thank him for his work with Ricky Lee. A wonderful man.
A&B: I personally appreciate “Invention of Knowledge” (here an automatic translation of our recent review). I think it is a terrific record, perfectly linked to the progressive tradition. In this interview, he showed great respect to you. What do you think about the bands (Kaipa, Flowers king, Transatlantic) where Roine play or played in the past?
Jon Anderson: All of them are really special musicians, always challenging themselves to be always progressive. I truly admire that.
A&B: In the same interview, Roine told us that you talked about a second chapter. A new album is on the way?
Jon Anderson: Yes, we spoke this week. We are slowly creating the next chapter of our work together.
A&B: I close still talking about ARW. Checking the tour dates link on your official web site (www.arw-tour.com/), Italy is missing…
Jon Anderson: Honestly I'm very sad not to be playing in Italy this year, maybe next...we have time...
Love and 'light'.
Jon
(photo credit Deborah Anderson)