L'unico demo degli americani Witch Slayer viene oggi stampato per la prima volta su vinile numerato e limitato a 100 copie, ad opera della misconosciuta Flynn Records, label verosimilmente fantasma, forse collocata in Germania o Portogallo, paesi ove i dischi non ufficiali sembrano attualmente di casa (la medesima etichetta, peraltro, ristampa anche il titolo nell'originario formato a cassetta in un numero ancor più contenuto). La band nasce a Chicago nei primi anni '80 grazie all'incontro di amici e compagni delle scuole superiori. Il primo nucleo vede la presenza di Jeff Allen alla voce, Craig Mac Mahon e Tom McNeely alle chitarre, Pat Ryan al basso e un batterista di cui oggi si ricorda a stento il nome (Ken). Successivamente, attorno ai soli Allen e Mac Mahon, la formazione si stabilizza con l'ingresso di Dave Clarck alla batteria e di Sean McCallister, bassista poi in forza ai più noti Trouble, a sua volta sostituito da Rick Mason. Nel 1982, il gruppo entra in studio per realizzare un primo demo (contenente i pezzi "Witchslayer", "Crypt" e "I Don't Wanna Die"), ma la sua pubblicazione abortisce a seguito di un risultato finale ritenuto troppo caotico. Deciso a creare un prodotto quantomeno dignitoso, il quartetto ci riprova e stavolta partorisce 5 brani che, per ammissione del chitarrista, sono caratterizzati da un suono orrorifico e oscuro, dovuto asseritamente all'amalgama di stili diversi, attinti da band esclusivamente europee, tra le quali Angelwitch (ritenuti in parte ispiratori del moniker), Ozzy Osbourne, Black Sabbath, Saxon, Judas Priest, Iron Maiden, Black Sabbath, Motorhead, Def Leppard, Raven, Tygers of Pan Tang. Effettivamente, il lavoro ricorda fortemente la NWOBHM pur con vaghissime puntate nel doom (particolarmente evidenti in "Deceiver"). Il successo del demo, trasmesso in alcune stazioni radio e venduto attraverso il fan club (Chicago e Germania) per circa 5 dollari, spinge la band a dedicarsi anche alla vendita di merchandising (t-shirt, spille, foto), cioè "cose che non si possono copiare!", come riferirà anni dopo Graig Mac Mahon nel corso di una intervista di chiaro stampo revival. Da notare che il brano "I Don't Wanna Die" viene poi incluso nel volume IV della nota compilation "Metal Massacre", assieme a pezzi firmati da Trouble, Lizzy Borden, Zoetrope, Thurst, Sacred Blade, Death Dealer, Sceptre, War Cry, Abattoir, August Redmoon, Medieval. Da qui in poi, inizia per i quattro una dura salita che, purtroppo, non permetterà di scavallare il passo: la preventivata pubblicazione di un EP per un'etichetta indipendente naufraga a causa del basso livello tecnico dei membri, riscontrato da loro stessi ("Siamo stati i nostri peggiori critici", ammetterà sorridendo il singer Jeff Allen nel corso della medesima intervista), mentre un contratto di 120 ore in studio firmato con Jon Z della Megaforce sfuma a causa della vendita della label e un altro accordo, stavolta con Brian Slagel della citata Metal Blade, decade ancor prima di essere siglato. Valutata la possibilità di trasferirsi in Europa, dove il demo aveva riscontrato maggiore successo che in America, i quattro decidono di gettare la spugna, "perchè tutto cominciava ad apparire fuori portata" (Craig Mac Mahon). Un vero peccato, perchè gli intervistati hanno dichiarato di avere all'epoca composto un repertorio che, oltre ai cinque qui recensiti, comprendeva ulteriori sette brani, purtroppo rimasti inediti, caratterizzati da influenze ancor più variegate: il proto-doom di "The Salem Trials", "Vixen", "Baneful Ruin", lo speed metal di "Rockin On Top", le consuete influenze europee di "The Crypt", "Augery", "Hang Em High". Presso il link che si trova QUI è possibile consultare l'intervista sopra citata (da cui sono state estratte le dichiarazioni dei vari membri), e scoprire anche interessanti aneddoti riguardanti molte band poi diventate famose, tra cui Metallica, Motley Crue, Poison, Trouble. |
Jeff Allen: vocals tracklist |