Autori di un unico bellissimo album nel 1974, “Io sono Murple”, scomparvero dalle scene dopo un paio di anni di attività, non tutti spesi come gruppo a sé stante, in parte al servizio di altri artisti in qualità di turnisti (al servizio di Mal dei Primitivies e della cantante Gianfranca Montedoro, precedentemente nei Living Music). I Murple vengono ricordati così, come una delle tante misconosciute meteore apparse improvvisamente e subito dopo dissoltesi nel vasto oceano progressivo di metà anni ’70. La band pagò lo scotto di una produzione inesistente ad opera della Basf, una delle rare etichette straniere che mise sotto contratto un gruppo italiano.
È un vero peccato, perché il loro concept si evidenzia quale una delle più genuine e rappresentative espressioni del vasto scenario progressivo peninsulare.
Oggi - dopo aver pubblicato un’opera seconda nel 2008, uno splendido concept dal titolo “Quadri di un’esposizione” - a distanza di 36 anni da quella prima uscita discografica, tre quarti della formazione originale si riuniscono con l’ausilio di due nuovi innesti. La qual cosa, il lettore converrà, non è affatto trascurabile se si pensa che antiche sigle vengono riesumate da improbabili formazioni che spesso vedono in organico solo uno dei membri originali (Uriah Hepp, Jethro Tull).
Una premessa: la serata del 21 marzo 2010, ben organizzata, ha visto in cartellone tre band molto diverse tra loro, unite da un unico comune denominatore, il batterista Duilio Sorrenti che, instancabilmente, ha suonato senza soluzione di continuità nel corso di tutte le rappresentazioni. Avulse da qualsiasi coinvolgimento di natura progressiva, le prime due erano cover band: gli Emporium, di musica dance e pop anni ’70 e ’80 (del tipo “I Will Survive”); i Waterline, dei Dire Straits. Non amando, chi scrive, le cover band – limitandosi a precisare che le esecuzioni sono state estremamente attendibili – è il caso di passare immediatamente al vero motivo per cui la presente recensione è stata redatta: i Murple.
Il concerto si è aperto con la rappresentazione della prima parte della suite “Io sono Murple” (coincidente con il lato A del vecchio vinile). Esecuzione perfetta! Una prima novità, sintomo di coraggio e desiderio di proporsi in altra veste, è stata la danza scenica della ballerina Giulia Menici, che ha accompagnato, in termini di efficace complemento, i primi 15 minuti di musica. Per quanto riguarda l’aspetto prettamente esecutivo, la suite ha subito minime variazioni stilistiche rispetto alla versione del ’74, prevalentemente concernenti la voce, all’epoca affidata all’unico assente della formazione originale, il chitarrista Pino Santamaria, oggi divisa tra il tastierista Pier Carlo Zanco e la nuova entrata Claudia D'Ottavi, bravissima, lodevole, ineccepibile.
Poche parole sull’opera in argomento, giacché ogni amante del progressive che si dica tale, dovrebbe possederne una copia nella propria collezione discografica. Qualificata da una ascendenza classica, la fatica discografica era caratterizzata da una dominanza di tastiere di evidente influenza elpiana, con forti interventi alla chitarra elettrica. Ad essere severi, il disco aveva due punti deboli: i testi, invero un po’ fiacchi; la scarsa durata, di poco superiore ai 30 minuti (un vezzo, quello dei tempi contenuti, cui il gruppo si abbandonerà anche partorendo il capitolo secondo).
Dal nuovo album sono stati estratti tre brani: “Promenade & Gnomus” e “Baba Yoga”, due poderosi brani pop-rock dalle vaghe influenze Asia, e “Bydlo”, pezzo seducente degno delle più ispirate atmosfere Gobliniane.
Nessuna altra traccia, purtroppo. Ciò è incomprensibile, perché il nuovo lavoro, “Quadri di un’esposizione”, si evidenzia infatti per originalità e substrato progressivo. I fan del progressive devono agli ELP la conoscenza dell’opera “Quadri di un’esposizione” di Musorgskij. “Nel 1874 fu allestita a Mosca una mostra dedicata ai lavori del pittore e architetto russo Victor Alexandrovich Hartmann, morto improvvisamente l'anno precedente a soli 39 anni. Hartmann e Musorgskij erano legati da un profondo sentimento di amicizia, poiché entrambi appartenevano a quel gruppo di intellettuali russi che aspiravano ad un’arte legata alle radici culturali della loro terra, al suo folklore e alle sue tradizioni, rifiutando le influenze straniere. Durante la visita alla mostra, Musorgskij rimase affascinato dalla forza che i quadri promanavano, e decise di provare ad esprimere in musica le sensazioni che aveva provato, componendo una suite per pianoforte che intitolò Quadri di un'esposizione e che fu pubblicata postuma”.
Orbene, i Murple hanno deciso 2 anni fa di operare esattamente come Musorgskij, rintracciando i 10 quadri di quell’esposizione e componendo altrettanti brani a loro ispirati. Così facendo, hanno certamente dato vita ad un percorso artistico che concretizza il processo creativo per eccellenza: un artista vede un oggetto, ne rimane affascinato e concepisce un prodotto artistico che è il risultato della sua ispirazione. E se l’oggetto è rappresentato da quanto è stato generato in altro settore dell’arte, come nel caso di specie, il processo creativo può dirsi perfettamente concepito. In tal senso, i Murple si elevano rispetto agli ELP, giacché i primi ignorano l’opera di Musorgskij, e si ispirano al suo modus operandi; i secondi concretizzano una semplice rivisitazione (invero assai ampollosa) di un’opera artistica partorita da altri (Musorgskij).
Bisogna ora verificare se il processo creativo interpretato dai Murple, oltre che sul piano concettuale, può dirsi riuscito anche sul piano pratico. La risposta è affermativa. Il nuovo lavoro si evidenza per freschezza di idee ed attualità progressiva. “Promenade e il vecchio castello”, ad esempio, oltre ad essere un brano dalle chiare influenze dei primi ELP, permette a Piercarlo Zanco di evidenziare, senza ostentarle, le sue conoscenze accademiche dello strumento. Altri brani percorrono territori completamente diversi: il rarefatto intimismo acustico di Tuilleries; il nostalgico sapore di stampo medievale della ballata “La grande porta di Kiev”; il dualismo seducente presente in “Samuel Goldemberg & Schmuyle”, ove ad un piano malinconico di stampo intimistico si contrappone il magnetismo di un sinth dai toni ipnotici; l’eclettismo sinfonico de “Il ballo dei pulcini” degno, sia consentito l’ardire, dei migliori Concerti Grossi. E quando il gruppo incede nella tentazione di percorrere territori più vicini al pop (“Promenade e Limoges”), un brano lugubre, mistico e contemplativo come “Catacombe”, anticommerciale per eccellenza, è idoneo ad riequilibrare il giudizio dell’ascoltatore.
Alla luce di tutto ciò, è inspiegabile che il combo abbia selezionato solo tre brani da quest’opera. Speranzosi, attendiamo il prossimo evento live, che auspichiamo alla breve distanza.
Il concerto si conclude con una delle più riuscite versioni di “Blue Rondò a la Turk” mai ascoltata da chi scrive. Non una semplice cover, ma una rivisitazione ingegnosa ed intelligente, peraltro arricchita da innesti blasonati tra i quali “America” e “Child in time”, perfettamente incastonate nel brano tutto.
Terminato il concerto, un Crossorad stracolmo di persone (inaspettatamente peraltro, perché a fronte di un’affluenza corposa per le cover band, si prevedeva uno scarso interesse per le sonorità progressive), ha letteralmente impedito al complesso di lasciare il palco, pretendendo un bis. Ed invero, un set di appena 45 minuti, faceva effettivamente presagire un epilogo, ancorché di breve durata. Sennonché, inaspettatamente, cogliendo di sorpresa gli stessi membri del complesso, Duilio Sorrenti ha annunciato una seconda esecuzione della suite “Io sono Murple” (sempre circoscritta alla prima parte). E per la seconda volta, esecuzione perfetta!
Terminato il concerto, lo sguardo degli astanti tradiva la consapevolezza di aver assistito ad un evento raro. Per chi scrive, si è trattato senza dubbio del miglior concerto prog degli ultimi 5 anni.
Al momento in cui si scrive, si apprende che dalla performances verrà estratto un DVD contenente anche estratti degli anni ’70.
Pier Carlo Zanco: Voce, tastiere
Duilio Sorrenti: Batteria
Mario Garbarino: Basso
Maurizio Campagnano: Chitarra
Claudia D'Ottavi: Voce
Giulia Menici: Danza scenica
Data: 21/03/2010
Luogo: Osteria Nuova (Roma) - Crossroads
Genere: Progressive Rock
Setlist:
01. Io sono Murple (part one)
02. Promenade & Gnomus
03. Bydlo
04. Baba Yoga
05. Blue Rondo' a la Turk
Encore
06. Io sono Murple (part one)