Ascoltando “Vetronova”, apertura di “Durante”, primo Lp del trio Vetronova, ho avuto un’ottima impressione. Sfuriate di chitarra taglienti e malinconiche, linee di basso frenetiche di derivazione hardcore punk, ritmiche spezzate, struttura dei pezzi dinamica e coinvolgente. L’andamento del disco è più o meno questo: un rock pesante di derivazione noise con pesanti derive post-rock che può ricordare, volendo restare in ambito italiano, qualcosa dei Linea 77 o de Il Teatro degli Orrori (c’è pure un po’ di parlato, ogni tanto). Continuando l’ascolto, però, le cose cambiano un po’. Sarebbe errato dire che la mia impressione iniziale era sbagliata, ma va detto che era quantomeno parziale. Sì, ci sono riff robusti , c’è un basso martellante grasso e distorto, ci sono esplosioni di suono che trasudano grinta; sì, c’è la volontà positiva di imparare anche dall’indie italiano, prendendo quell’atmosfera agrodolce a base suoni lo-fi, parlato e storie di vita vissuta e unendoci code strumentali fracassone (certo, serve sicuramente un po’ più di finezza nel giocare a mescolare le carte, alcune cose sembrano ancora attaccate lì per caso con la colla). Però c’è anche un’aria di trascuratezza nella resa finale del prodotto che traspare qua e là. E se per qualche suono troppo sporco e la confusione sonora si può supporre che ci sia dietro la volontà di riportare tutto su disco nella maniera più cruda e vera possibile, bè, questo non può certo valere per la voce, che non solo viene pesantemente svilita da una produzione che la relega in ultimissimo piano(rendendo difficilmente comprensibili i testi, che pure sembrano interessanti), ma paga anche il prezzo di una certa immaturità e di determinate scelte (anche a livello di melodie) che, a mio parere, si sposano male con il resto della proposta. Soprattutto alcuni pezzi ne escono davvero conciati male (cfr "Il fantasioso"), a detrimento della godibilità del disco. Certo, generalmente l’ascolto del disco è piacevole e a volte ci si lascia davvero prendere dall’atmosfera psichedelica e un po’ decadente che i riff di chitarra disegnano a rasoiate, dagli improvvisi cambi di registro, dall’urgenza di alcune melodie; però, a dispetto della solidità della parte strumentale e della presenza di alcuni pezzi coinvolgenti (in primis le due strumentali in apertura e in chiusura) alla fine l’album non può che risultare come un prodotto estremamente acerbo, che può essere l’inizio di un percorso con buone possibilità di sviluppo, ma nulla di più. 65/100
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Matteo Bailo: Chitarra, voce Label: Autoprodotto Genere: Noise/Post Rock Tracklist: 01. Vetronova 02. Coda dell'occhio 03. Il muro macchiato 04. Non ancora 05. Luce dal basso 06. Il fantasioso 07. I passi del ragno 08. Corsa 09. Untitled |