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Trinacria
Travel Now Journey Infinitely

Ci sono 2 tipi diversi di giudizio per questo genere di album:
1. inutile e noiosa accozzaglia di 'non metal' prolisso e privo di idee che andrà perso nel dimenticatoio;
2. ottimo lavoro di industrial sperimentale fuso al metal scandinavo di impatto glaciale! Beh, di certo io appartengo alla seconda categoria, ma se devo essere proprio pignolo allora dico che questo album è nella media delle cose già sentite di questo filone e non fa altro che valorizzarlo e renderlo più vivido, considerando l'estrazione dei componenti della band e proprio per il fatto che di side project si parla.
Dicevamo quindi, qui si esplorano i meandri oscuri del 'viking industrial scandinavo', qualcosa che già esiste nelle menti malate di vari progetti musicali che hanno gia fatto la storia della musica estrema (per la gioia di molti detrattori), un esempio su tutti? ... beh, i Red Harvest magari, ma giusto per fare un nome perché la lista si potrebbe tranquillamente allungare e tra questi metterei gli Enslaved nella loro nuova forma sperimentale e progressiva ed anche di bands che si sono mosse in ambito industrial noise. Ma se poi scopriamo che questo progetto altro non è che una fusione di membri di Enslaved e Fe-Mail (gruppo noise al femminile) allora tutto è più chiaro e tutto si spiega, è per questo che non si resta esterrefatti dinnanzi a tale magnificenza e prosperità di insane idee ed atmosfere, è per questo che il frutto degenerato della demoniaca fusione non mi meraviglia come al momento del primo ascolto, prima di conoscerne gli artefici.
Da questa unione non poteva che nascere un culto, un album per me facile da ascoltare che, udite-udite, potrebbe fare la gioia non solo degli intenditori ma di certo di chi ama il black metal scandinavo ed in particolare il Satyricon / Khold style, e soci della stessa cricca, bella eresia direte allora, ma Trinacria è il concetto della fusione di 2 differenti scuole di pensiero ed incarna in se proprio questa contraddizione, che alla fin fine contraddizione non è, visto che gia altre bands si sono addentrate in suddetto genere, spingendosi oltre nel noise e industrial crudo e senza farsi troppo male.

Travel Now Journey Infinitely in soli 6 brani, tra l'altro molto lunghi di durata media di sette minuti, sciorina un sound maturo, imperante, profondo e vorticoso, dove l'ansia si confonde con la fiera magnificenza e l'epico nella nauseante de-costruzione algoritmica, dove l'industrial sintetico e meditativo si fonde in un plumbeo marasma dal taglio definito e distinguibile del viking guitar style, con vocals struggenti e digrignanti, senza pochi raggiri una sorta di scandinavian industrial noise oscuramente atmosferico e cerebrale, finalmente più alla portata di tutti, con atmosfere ad ampio raggio e poche cadute nel noise più stretto e minimale, più ambient, più pomposo come una colonna sonora horror fantascientifica, e detto da un estimatore del genere nichilista che più si parla di non-musica e più è contento allora credo ci sarebbe da fidarsi...

Qui il problema non è della proposta dei musicisti, ma solo vostra, perché questo album, così come altri, segna un punto di rottura, un tentativo di abbattere barriere precostituite con ambientazioni si estreme quanto sperimentali, certamente il progetto Trinacria non si nasconde dietro una ripetitività fatta per riempire ma solo per creare un mordente e rielaborare dissonanze ed incastri chirurgici, l'atmosfera si fa cupa e oltre la dimensione terrena per sfociare in un "borderline" umanoide e spaziale. Il pezzo migliore del set resta per me l'ultima lunghissima ed estenuante "Travel Now Journey Infinitely" dove le maglie larghe di un ritmo sincopato e vagamente tribale e guerrafondaio si fondono con le vocals delicate e soavi prima, psicotiche e maniacali poi, in un vago sapore di disperato struggimento fisico e mentale.
Ma anche l'opener "Turn-Away" porta in un labirinto di suoni ipnotici, drumming imponentemente impostato, relegato nel suo pulsare immobile ma preponderante, riff centrale decadente e maestoso prolisso fino all'esasperazione e al disturbo per ben 9 minuti invasi dalle sole scariche elettro-sonore dei sinth e samples in una babele infernale che precipita nell'abisso più infuocato.
Mentre con "The Silence" ci si sposta sulle rive di un metal più selvaggio, una specie di glaciale black ibridato come prima accennavo, la traccia è convincente seppure sempre ripetitiva intramezzata da scariche elettriche e rumoristiche, il brano è meno lungo ma allo stesso modo interessante, senza vocals vere e proprie ma strazianti lamenti infernali, killer il cambio accelerato centrale che sfocia nel caos noise più puro! Di certo si tratta del secondo brano a me più gradito.
La successiva "Make No Mistake suona gia molto più industrial, nei suoi 6 minuti esplode tutta la sua potenza deflagrante in un atomico fungo nucleare dal sound post bellico, un groove che esalta nel suo incedere si moderno ma sempre dal taglio scandinavo, in cui le chitarre affilate come lame macinano riff dai feedbacks mostruosi che strizzano l'occhio ad album come "Rebel Extravaganza".
"Endless Roads è la traccia più lunga, un eco silente e sinistro venuto chissà da quale galassia che pare un presagio di morte ed estinzione totale, qui l'ambient si fa più presente, più aspro in un cammino tortuoso verso una allucinante meta che non c'è, cadenza quasi mortifera, dove chitarre e basso si insidiano pachidermici nella ritmica batteristica per poi conficcarsi nel cervello dell'ascoltatore senza lasciargli tregua alcuna, è un pezzo forte, di certo non per le masse: un giro di chitarra da tre note, uno solo, che apre ad un inspessimento monumentale che ci accompagna sino alla fine con la voce malinconica, gutturale e riecheggiante, come un urlo al nulla, di Espen Lien in coabitazione con qualche vocalizzo di Maja Ratkje ...
"Breach" è il naturale proseguo della precedente, con l'ennesimo riff vincente e molto semplice, disarmante per la sua immediatezza e lo scadere nauseante negli antri noise o dark rumoristici che si voglia ...

Travel Now Journey Infinitely farà la gioia di pochi ma incuriosirà anche molti altri, credo che abbia già fatto il suo effetto, e probabilmente tra qualche anno qualcuno si azzarderà a parlare, con o senza pertinenza specifica e cognizione di causa, di pietra miliare.

85/100


Ivar Bjørnson: Chitarra
Maja S. K. Ratkje: Voce, elettronica
Arve "Ice Dale" Isdal: Chitarra
Iver Sandøy: Batteria
Hild S. Tafjord: Corno, elettronica
Espen Lien: Basso
Grutle Kjellson: Voce

Anno: 2009
Label: Indie Recordings
Genere: Experimental/Industrial/Metal

Tracklist:
01. Part I: Turn-away
02. Part II: The Silence
03. Part III: Make No Mistake
04. Part IV: Endless Roads
05. Part V: Breach
06. Part VI: Travel Now Journey Infinitely

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