Home Recensioni Album Lo Ruhamah - The Glory Of God

Lo Ruhamah
The Glory Of God

Nella vita non si smette mai di imparare. Chi l'avrebbe mai detto che il genere anti-jehovah per eccellenza sarebbe diventato la bandiera di musicisti cattolici, baluardi del Cristo risorto ?  In effetti gia tempo addietro ci tentarono gli australiani Horde con il loro holy un-black metal album "Hellig Usvart" (forse il primo con queste tematiche per così dire al contrario) uscito credo nel '94/'95 se non erro e che ignoro se abbia avuto un seguito ...

In realtà questo terzetto dal Missouri di nome Lo-Ruhamah (nome del figlio di Hosea, un profeta di morte e distruzione prima della ricostruzione che si dice sia vissuto nel 700 prima di Cristo circa ...) non sono altro che un ben dosato miscuglio di Black/Death Metal con Folk e Gotiche effusioni melodiche in stile Opeth, ma anche tanto duro metal e pesanti riff al limite del doom...oltre a parti quasi jezzeggianti e altre quasi rock strumentali, momenti acustici e altri ancora di black metal sparatissimo e/o sostenuto.

In definitiva un pot-pourri molto ben suonato (vedi la batteria davvero a livelli ottimi, le double vocals, una graffiante black metal e l'altra pesante e in death style e qualche sporadica e ispirata clean vocal come in 'Regret not this love'), ma con un gusto un poco ostile alla linearità della proposta concettuale della band, infatti i testi parlano di stralci tratti dal vecchio testamento e cantano l'infinito amore per il creatore e la forza delle fede al di sopra di ogni disperazione umana (sick!), non so proprio cosa c'entri ma è così, si tratta forse di una presa in giro 'amichevole' alle più assatanate black metal band con il vecchio slogan che in questo caso calza a pennello e ritorna in auge: "Invert the Inverted Cross" ...
Forse è uno scherzo o forse no, ma credo esista un filone in questo genere con un seguito di fan che credo a differenza di noi non riesca proprio ad accettare il fatto che possano esistere delle persone che ragionano con la propria testa e che la pensano in maniera diversa riguardo alla religiosità.

La proposta musicale è ok compresa la lunghezza estenuante dei brani e la durata totale del disco (ben + di 60 minuti) dove potrete trovare di tutto, ma il concetto stride un poco, a voi la scelta.

70/100


J. Grant Griffin: Basso, voce
Matthew Alan Mustain: Chitarra, cori
Harry Frederick Pearson III: Batteria, piano, clean vox

Anno: 2007
Label: Bombworks Records
Genere: Extreme White Metal

Tracklist:
01. The Cloud of My Soul (strumentale)
02. As We Walk
03. Rose & Ivory
04. Shear-Jasub
05. Torrents
06. What Lines Reveal
07. Regret Not This Love

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