Per una di quelle occasioni più uniche che rare, la municipalità, più esattamente la Provincia di Bergamo, mette a disposizione i cortili del “Palazzo del Potere” (come sottolineerà più volte anche Gary Brooker, neanche fossimo alla corte di Ceausescu...) ed offre gratuitamente il concerto degli immortali Procol Harum tornati in città dopo l'esibizione, invero modesta, di circa 35 anni fa.
La formazione non è ovviamente quella degli esordi del lontano 1967, assenti da subito Robin Trower e da poco anche della “spalla” Matthew Fisher, il leader si circonda comunque di fedeli musicisti che lo accompagnano ormai da tempo immemore e con una solida preparazione alle spalle.
Oltre al già citato Gary Brooker, per chi non lo sapesse, Baronetto dell'Ordine del British Empire (come i Beatles), autore di quasi tutti i successi del quintetto inglese al piano e alla voce, si allineano il chitarrista Geoff Whitehorn, (già con Roger Daltrey e Paul Rodgers), Matt Pegg, bass guitar (figlio d'arte di Dave dei Fairport ed ex Jethro Tull), Geoff Dunn alla batteria (Dave Stewart, Paul Young, Zucchero) e Josh Phillips-Gorse all' organo purtroppo non al mitico Hammond M-102 con mobile anticato appartenuto a Matthew Fisher ma ad una tastiera meno ingombrante che ne simula i suoni non troppo distanti dall'originale .
Il pubblico è quello delle grandi occasioni e decreterà molto presto il sold-out in un cortile stipato all'inverosimile che si rivelerà insufficiente ad accogliere più di 2.000 persone con età media, ovviamente, “over...anta”; i ragazzini, a parte qualche timido “intruso”, sono tutti alla adiacente festa della birra dove suona l'ennesima tribute-band di Vasco senza rendersi conto che si stanno perdendo un pezzo di storia (...e che storia !!!) della musica internazionale. Inseriti a torto nel novero delle progressive band, i Procol Harum furono invece artefici di ottime pop-songs nell'ambito del rock inglese e di un repertorio che schiacciava più l'occhio al blues e alla psichedelia che non al genere reso noto dai Moody Blues e dai Genesis a cui furono per molto tempo accostati.
Con inglesissima puntualità alle 21,30 arrivano sul palco e attaccano subito con Shine on Brightly (in Italia resa nota dagli stessi Procol Harum nel traballante italiano de Il Tuo Diamante) per poi sferrare il primo colpo al vacillante cuore dei presenti con Homburg (L'Ora dell'Amore dei Camaleonti), segue The Well's on Fire dall'album del 2003 e una versione riveduta di Grand Hotel del 1973 con l'inserto del tema de “Il Padrino”, stile piano-bar, che Brooker dedica a tutti noi (...che magari ci abbia preso tutti per mafiosi?). Lo stesso Gary ricorda di avere in parte composto questo brano nel tour italiano proprio a Bergamo dove, nella Hall dell'Hotel Moderno (ormai defunto...) si mise al piano con l'orchestrina del locale fatta di violoncello, violino, tromba e poco altro. Wall Street Blues sempre dall'album del 2003 e I'm Your, If You Want Me sono guidate dagli assoli di Geoff, l'inossidabile chitarrista mentre le seguenti The VIP Room e On Eye on the Future fanno anche parte dell'album live registrato in Italia nel 2007. Dopo un'ora abbondante di show chiudono con A Salty Dog che il band-leader dedica invece “all'amico italiano Zucchero” con cui credo abbia suonato come guest anni fa proprio nella riproposizione di questo brano (Nel Così Blu -2006- testo di Pasquale Panella). Una canzone questa molto descrittiva di come poteva essere l'atmosfera marina e oscura del vecchio lupo di mare protagonista del brano. Tanti saluti ma nessuno ci crede, infatti dopo pochi minuti eccoli rientrare on stage, un bis per dare il colpo di grazia ai sanguinanti cuori dei presenti con A Whiter Shade of Pale, (Ho spento già la luce/e son rimasto solo io/e mi sento il mal di mare...) con sommessi ringraziamenti a Bach, canzone galeotta e colonna sonora di (quanti?) innamoramenti (e altrettante gravidanze...) alla fine degli anni “60 e di cui in pochi capimmo il significato del metaforico e visionario testo di Keith Reid frettolosamente adattato in italiano da Mogol. Buonanotte a tutti, standing ovation e corsa frenetica ad accalappiarsi l'autografo dell'autore di queste melodie immortali certamente non le usa-e-getta delle starlette di turno in classifica.
Che dire di un concerto che ci riporta di peso a quasi mezzo secolo fa (!!!) con la caratteristica voce cristallina e immutata nel tempo di Gary Brooker; ottima professionalità (ci mancherebbe!!!), ottima scelta di repertorio pescato fra gli hits di questa longeva e prolifica band, fra le più conosciute e ammirate del secolo scorso (fa un certo senso parlare così quando sono passati solo dieci anni dal 1999...) e buona l'organizzazione anche se avremmo preferito meno sfilate di Vip e maggiorenti locali, meno “posti riservati” e più posti a sedere per tutti ma, a volte, a caval donato...
L'Organizzazione, confortata dal successo di popolo della manifestazione dice che ci riproverà, lanciamo qualche proposta: Brian Auger, Steve Winwood o Eric Slowhand Clapton... Grazie in anticipo signor Presidente.
Gary Brooker: Voce e piano
Josh Phillips-Gorne: Tastiere
Matt Pegg: Basso
Geoff Whitehorn: Chitarra e voce
Geoff Dunn: Batteria
Data: 24/07/2010
Luogo: Bergamo - Cortile Palazzo della Provincia
Genere: Progressive Rock
Setlist:
01. Shine on Brightly
02. Homburg
03. Beyond the Pale
04. An Old English Dream
05. One Eye on the Future
06. As Strong as Samson
07. Grand Hotel
08. Wall Street Blues
09. Barnyard Story
10. Robert's Box
11. Strangers in Space
12. Yours if you Want Me
13. Pandora's Box
14. A Salty Dog
15. A Whiter Shade of Pale