Il cantautorale, la forma colta ma negletta della musica italiana, periodicamente sforna un prodotto che, se da un lato conferma che la voglia di buona musica cova sotto la cenere del pattume italiano, dall'altra ci conferma purtroppo che i tempi d'oro di De Gregori, Guccini, Fossati & C. sono definitivamente tramontati e certe proposte, pur lodevoli che siano, passano nella più assoluta indifferenza. Il disco in questione è del cantautore marchigiano Andrea Papetti (1978 - San Benedetto del Tronto) che a 16 anni si scopre appassionato di letteratura, a 18 vince alcuni concorsi nazionali di poesia, da poeta si trasforma in cantastorie e pubblica il suo primo album prodotto e arrangiato da Alessandro Svampa, batterista di Francesco De Gregori e di Cammariere. Uscito già nel 2010 ma non ha avuto nessun riscontro mediatico particolare benchè sia un ottimo prodotto fatto di parole & musica che, ad un ascoltatore anche disattento ma preparato, non possono che suonare gradevoli. Hotel introduce il lavoro con un piacevole ritmo medio che induce ad alzare il piedino oltre che, una volta imparate le parole, anche a canticchiare. Stranissima la seguente Il Testamento di Enzo, un parlato (Piergiorgio Cini) che spiega le modalità da seguire al funerale di quello che, scopriremo poi, essere il protagonista del brano Inferno, Baghdad dedicato appunto al triste episodio della morte di Enzo Baldoni, pubblicitario, fotografo e curioso del mondo ucciso in una imboscata proprio nella martoriata capitale iraqena. Delicatissima e bellissima la lunga storia di Parigi, Cosa Avevi per la testa (Verlaine? Proust?) mentre la seguente Così Lontano, Così Vicino chiama in causa Wim Wenders con il suo film del 1993, episodio che avrebbe dovuto suonare come radiofonico ma non ricordo di avere sentito suonare in FM la delicatezza di questo Andrea Papetti. L'Inverno a Settembre, l'introspezione esistenzialista morbida e jazzata che dà il titolo all'intero lavoro, Vanilla Sky ricorda follemente invece il repertorio dei Nomadi e la voce in alcuni passaggi, rievoca proprio Augusto Daolio...strano effetto... |
Andrea Papetti: Voce, cori Anno: 2010 Sul web: |