E' da qui infatti che parte la costruzione delle trame dei MaterDea, già Below the Mists, Above the Brambles ricalca palesemente quelle atmosfere anche se più modernizzate ed elettriche a cui Fairy of the Moor e Another Trip to Skye fanno degno seguito con il supporto dei violini di Francesca Pollano e melodie che ci riportano alla corte dei Clannad. La naturale attitudine rock di Marco si fà pesantemente sentire nel finale di quest'ultima decorata com'è dal pregevole assolo del chitarrista. Parole antiche e brezze d'Aprile sono il viaggio di An Elder Flut molto descrittiva e con un crescendo via via ammaliante. MaterDea, l'omonimo brano ha una costruzione molto esoterica, intima, misteriosa; un piano minimalista e leggeri contrappunti di violino danno al brano un fascino enigmatico; splendida. E se Mummers' Dance fa propria l'immagine di sordidi vicoli e piazzette nascoste dove tagliagole e saltimbanchi la fanno da padrone, ecco arrivare il cantastorie con In the Storyteller’s Wardrobe dove il violino dell'ospite Enea Berardo rende l'atmosfera mistica quasi religiosa.
Chiari legami e ricorsi alla natura e ai suoi eventi ciclici sono The Silvery Leaf dall'incalzante progressione ritmica e la seguente e breve Breath of the Ocean così intrisa di atmosfere impressionistiche e di delicate impalcature armoniche: un quadro d'autore. Con The Enchanted Oak siamo dalle parti della più classica letteratura progressive con ambientazioni bucoliche, atmosfere pittoriche, cavalcate poderose di batteria e le chitarre pur se grintose, sostengono il delicato canto di Simon che, ricordiamolo, è anche autrice di tutti I testi pertanto interpreta in maniera personalissima le sue storie di terra, di acqua, di vento e di fuoco. Chiude una rivisitazione della title track MaterDea (acustic version) che non fatichiamo a inserire come gioiello della musica internazionale se solo se l'avesse interpretato Enja o Moya Brennan o, meglio ancora, Karan Casey.
Il denominatore comune di questo progetto, oltre alle ambientazioni musicali in cui la voce ispirata ed espressiva di Simon si sovrappone alle possenti ed eleganti chitarre di Marco, sono i testi, in cui elementi naturali, creature meravigliose e storie fantastiche concorrono nel trascinare l’ascoltatore in una dimensione surreale che lo porta a contatto con l’antico culto della Grande Madre.
Un'operazione "colta" più di quanto si aspettasse da questi nuovi MaterDea. La Third Ear Band e certe formazioni “barde” dei primi anni “70 sposavano in maniera del tutto acustica le tecniche ripetitive della scuola celtico-medievale, il procedimento altrettanto magnetico dei raga, le prassi orientali della meditazione trascendentale e del relax interiore; questi torinesi con l'anima fortemente irlandese invece trascrivono in maniera più moderna e aggiornata, con competenza e preparazione i canti dei troubadors, di Merlino, di Pendragon e Morgana, la Regum Britanniae, le gesta di King Arthur, dei suoi Braves e delle sue genti fino ad arrivare a Stonehenge. Un piccolo gioiello...
75/100
Simon Papa: Voce, percussioni
Marco Strega: Chitarre, voce
Elisabetta Bosio: Viola, violino
Titti Cappellino: Piano, tastiere e voce
Morgan De Virgilis: Basso
Max Giordani: Batteria
Anno: 2010
Label: Capogiro Music
Genere: Celtic/Symphonic Rock
Tracklist:
01 - Below the Mists, Above the Brambles
02 - Fairy of the Moor
03 - Another Trip to Skye
04 - An Elder Flute
05 - Mater Dea
06 - The Mummers’ Dance
07 - In the Storyteller’s Wardrobe
08 - The Silvery Leaf
09 - Breath of the Ocean
10 - The Enchanted Oak
11 - Mater Dea (acoustic version)