C'era un periodo in cui l'industria discografica italiana sfornava dischi a decine, nascevano gruppi e solisti a centinaia e gli ellepi si vendevano a migliaia. Era l'Italia degli anno “70 quella che accanto a Baglioni, Cocciante, Pooh scopriva i nuovi suoni di PFM, Banco, Perigeo, Osanna; tutto il mondo dei cantautori e del prog fra cui spiccavano senza dubbio i liguri Delirium.
Nati dall'innesto del promettente Ivano Fossati nel nucleo dei Sagittari ebbero una stagione d'oro all'inizio degli anni “70 in virtù di alcuni brani particolarmente azzeccati in bilico fra il facile ascolto e un originale forma di canzone-prog Dopo alcuni rimaneggiamenti e a distanza di molti anni, della formazione originale rimane il tastierista Ettore Vigo, il batterista Pino Di Santo e il fiatista-cantante Martin Grice che sostituì proprio Fossati nel 1974. Con l'innesto di Roberto Solinas, chitarra e del bassista Fabio Chiglini, il quintetto genovese calca dignitosamente i palchi di mezza Italia (ma anche esteri...) riproponendo nuovo materiale inserito in un repertorio che poggia sullo “zoccolo duro” degli hits della stagione d'oro. Questo cd registrato dal vivo a Brentonico (TN) dimostra la grande maestria e abilità individuali specialmente nei brani strumentali all'insegna di un buon jazz-prog come l'apertura di Opening seguita da Villaggio e poi Egoismo. La successiva e delicata Paura è un viaggio a ritroso dove ci si può imbattere anche nei New Trolls a cui i preziosi cori rimandano. Dopo che Pino Di Santo ha dimostrato la propria abilità di battitore-di-pelli, se ancora ce ne fosse bisogno, con Culto Disarmonico tratto dal secondo lavoro Lo Scemo e il Villaggio del 1972, ecco arrivare il gioiellino Dolce Acqua, brano del Fossati-pensiero che dava il titolo anche al microsolco del 1971 e che ha fatto anche un grande favore al movimento del prog italiano. Gioia-Disordine-Risentimento è, come era abitudine, un tipico titolo degli anni “70, sempre dallo Scemo e il Villaggio ed intarsiato dai superbi cori del quintetto genovese per un brano che, ora come allora, deve molto ai primi King Crimson. E' il momento di Martin Grice che, rubando le luci della ribalta ai compagni, omaggia con un “flauto solo” alcuni momenti dei Jethro Tull fra cui Bourèe e Living In the Past eseguite egregiamente; Ian Anderson si congratulerebbe... L'inedita Notte a Bagdad e la seguente (e tristissima...) Johnny Sayre, tratto sempre dal primo Lp preludono all'osanna del pubblico; ecco infatti l'attesissima Jesahel, ruffianissimo pezzo che i Delirium portarono a Sanremo nel 1972 e che aprì la strada per il loro grande successo nei mesi seguenti. Ancora adesso ad oltre 35 anni di distanza il brano è suonatissimo e accompagnato come sempre dai cori da stadio del pubblico con buona pace di Fossati che, sembra, abbia rinnegato il brano e un certo passato (Ivano, non ti preoccupare, pensiamo noi a incassare i diritti d'autore, ti và?). Chiude il live un'altro omaggio di Martin Grice questa volta a Joe Cocker di cui canta la reinterpretazione di With a Little Help From My Friends e i compagni lo seguono degnamente nel ruolo che fu della Grease Band per il brano, lo ricordiamo, dei Beatles. Il risultato di un onesto lavoro e ottimi musicisti in buona forma che restano legati a filo doppio ad un certo passato da cui, in definitiva e con questo nome, sarebbe difficile staccarsi e che comunque serve loro per riempire le calde piazze estive di cui sono padroni incontrastati. Da rimarcare la voce di Roberto Solinas che cerca ricalca la ruvidità e la scontrosità che fu dell'indimenticato Fossati. Un plauso Last but not least anche all'etichetta Black Widow di Genova che da tempo immemore propone le proprie produzioni, oltre che su cd, anche dentro pregevoli confezioni in vinile e, a volte, anche in DVD. 70/100
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Martin Fredrick Grice: Flauti, sax baritono, tenore e contralto, tastiere Anno: 2010 Sul web: |