Audacia e pudore. Rabbia e dolcezza. Istinto e riflessione. Una musica fatta di tanti dualismi costruiti intorno alla figura della donna, intesa come simbolo di una sensualità ancestrale ormai perduta.
E’ questo il mondo sonoro di Francesca Romana, cantautrice di origini leccesi che si è imposta all’attenzione dell’ambiente musicale indie con la vittoria del premio Miglior Interpretazione nell’edizione 2007 di Musicultura. Il suo esordio discografico s’intitola “Vermiglio”, quasi a voler rappresentare la dimensione carnale e passionale dell’elemento femminile nelle sue caratteristiche più profonde, attingendo anche a celebri figure di suggestione storico-letteraria. E’ il caso di “Paolo”, primo singolo tratto dall’album, in cui la cantautrice rievoca in toni disperati la travagliata storia tra Francesca da Rimini e il suo amato, personaggi resi celebri dai versi dell’Inferno dantesco. O ancora di “Salomè”, brano dal sapore mediterraneo che esplode in un ritmo martellante di percussioni accompagnate da un ipnotico arrangiamento d’archi. All’elevato livello musical-letterario del disco contribuiscono l’ottima scrittura di Francesca Romana (autrice o co-autrice di tutte le tracce) e la sua eclettica vocalità, in grado di alternare interpretazioni magnetiche e sensuali (“L’incantesimo”) ad esecuzioni decisamente più aspre e pungenti (“Il gusto amaro”). Non manca una sorta di tributo alle origini salentine dell’artista, che con “’Mara a mie” si cimenta in una vibrante danza dialettale sulla figura della tarantolata. “Vermiglio” è un’opera prima che trasuda ispirazione, talento e ricerca musicale; il debutto perfetto per una cantautrice capace di ammaliare e rapire l’ascoltatore nota dopo nota. 85/100
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Francesca Romana: Voce, chitarra acustica Anno: 2009 |