Cantautore siciliano classe 1972, Giuseppe Cucè, dopo aver sfiorato le fasi finali di Sanremo 2010 col brano "Rosa", arriva al suo esordio su lunga distanza con questo La mela e il serpente.
Apprezzato in terra francese per il suo stile raffinato nella quale mischia sapientemente cantautorato a pop d'autore, Cucè dimostra con questi 8 inediti più una bellissima cover di "Vedrai Vedrai" del mai troppo compianto Luigi Tenco, come la musica italiana possa offrire ancora prodotti di grande qualità senza essere per forza ruffiani o studiati per il grande pubblico. C'è molta sincera nostalgia per la scuola classica italiana in La mela e il serpente, e sin dall'opener "Cuore", dotata di un piacevole involucro latineggiante emerge con prepotenza il talento del 38enne isolano, talento che si conferma anche nel vellutato tango di "Offese", che gode di un bellissimo duetto con Gabriella Grasso. La musica di Giuseppe Cucè parla di sentimenti, in particolare l'amore e la passione, ma riesce a trattare con grande efficacia anche il tema della morte in "La Sposa", episodio di struggente tristezza dove si narrano le vicende di un'anziana donna che sta per spirare avvolta dalla solitudine; la title track quasi da controaltare mostra una certa ballabilità, anche se i toni non sono mai ne sereni ne gioiosi, anche per questo la scelta di rifare un brano intenso ma pregno di amarezza e angoscia come "Vedrai Vedrai" risulta azzeccata. Un disco di difficile fruibilità, dove la soffice ed espressiva voce del suo autore sembra spezzarsi da un momento all'altro, sorretto da una band che con l'ausilio di violino e violoncello aumenta il pathos drammatico di un'album davvero di alto livello, un disco pacato e gentile nel suo proporsi, a dimostrazione di come spesso per entrare nel cuore della gente non va sfondata la porta, ma basti bussare. 79/100
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Giuseppe Cucè : Voce Anno: 2010 |