Tanto figli quanto "vittime" di tutto quel rock "mainstream" ma allo stesso tempo duro che ha fatto impazzire la MTV Generation a fine anni '90 (i riferimenti - tanto per essere espliciti - virano verso Guano Apes, Garbage e Skunk Anansie su tutti), da Bari arrivano gli Shide con questo debut album Between These Walls.
Un lavoro travagliato nella sua pubblicazione, tanto che, dopo aver passato mesi e mesi alla ricerca di un'etichetta che immettesse il disco sul mercato, il quartetto pugliese si è attivato con una riuscita campagna online dove, attraverso una raccolta fondi (in gergo tecnico crowfunding) è riuscita alla fine a dare alle luce il CD. Composto da dieci tracce inedite più due cover (la discretamente riuscita "Anybody seen my baby" pescata dal repertorio minore anni '90 dei Rolling Stones e l'inflazionatissima e meno soddisfacente "Born to be wild" degli Steppenwolf), Between These Walls gioca tutta le sue carte su un sound che, grazie alla graffiante voce di Renata "Red" Morizio rimanda ai nomi tutelari fatti nell'incipit di questa recensione, ricordando sia nelle parti più vellutate che in quelle aggressive, Sandra Nasic dei Guano Apes. Il risultato finale alla fine è a dire il vero un pò a fasi alterne: al gruppo non mancano ne aggressività ne urgenza espressiva, ma sembra venir meno, alla fine dei 54 minuti della raccolta (forse un pò troppi), certi elementi di originalità che avrebbero fatto si che il prodotto risultasse più fresco. Un lavoro che si rifà troppo quindi a certi schemi del rock più graffiante, dove chitarre distorti, assoli e melodie spigolose sono impastate in un calderono sono comunque di grande effetto. Bene l'opener "Anguish" (scelta come singolo apripista e dall'ottimo feeling radiofonico), mentre già la successiva "The price of the stake" pur avendo un buon ritmo non da l'idea mai di decollare del tutto. Meglio allora quando il sound si crossoverizza ed il risultato è Wake up, dalle atmosfere vicine al nu metal; "Scream on" cerca il groove danzereccio prima di deflagrare in rumorismi chitarristici riuscendoci solo parzialmente, mentre il clima claustrofibico korniano di "Words" appare decisamente più interessante e piacevole all'ascolto. Chiude la tracklist "Drug me", degna di nota se non altro per la buona alternanza di momenti di calma con altri di furore elettrico: qui la band sfoggia anche un buon songwriting e una serie di melodie tanto irruenti quanto candenzate. Una nota a parte la merita la confezione in digipack apribile e le belle illustrazioni a fumetto molto gradevoli a cura di Paolo Pizzutilo. Nel complesso questo debut album degli Shide è un lavoro apprezzabile anche se troppo discontinuo e derivativo, alla quale va riconosciuta una certa attitudine genuina ma che difetta in fase compositiva, dove c'è la sensazione che la band abbia prestato più attenzione a registrare brani per il gradimento del pubblico che per il proprio. Ma questa è una sensazione del tutto personale. Comunque un prodotto perfetto per tutti coloro che sono rimasti orfani del rock FM più muscoloso, adrenalinico ed energico. 64/100
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Renata "Red" Morizio: Voce e cori Anno: 2012 |