Delsaceleste è lo pseudonimo di Marco Del Santo, cantautore, chitarrista e batterista milanese che con questo album intitolato Io come ... la voce delle stagioni si presenta al pubblico un paio d'anni dopo l'EP d'esordio: Sogni di Sabbia.
Già il titolo dell'album fornisce una traccia importante su quello che è il percorso che Marco del Santo intende percorre con i 10 brani che compongono l'album, un percorso che per tramite del naturale succedersi delle stagioni ci trasporta nei luoghi ed attraverso i luoghi più cari all'autore, utilizzando come mezzo metaforico una bicicletta, come mezzo "fisico" la voce di Marco del Santo e come contorno al paesaggio tutti gli umori, le emozioni e le sensazioni che l'autore sente e prova a trasmetterci. Musicalmente si staglia chiara e netta l'influenza che i Pink Floyd hanno su Marco del Santo, i Pink Floyd più intimi e minimalisti, quelli più acustici e meno sperimentali, quelli di Set the controls for the heart of the sun, If o A pillow of winds per intenderci, anche se nel mondo di Delsaceleste non mancano passaggi più elettrici, più Rock, come ad esempio la bellissima coppia di brani: "Primavera e la seguente "Estate", due gioiellini che sanno mischiare splendidamente la ricca comunicatività della voce di Marco del Santo, decisamente particolare come impostazione, con i colori più vivi e sgargianti della sua chitarra, attingendo anche a non tanto velate sonorità Prog ed intermezzi Ambient. Da segnalare anche "Inverno" arricchita da un solo di chitarra di buona fattura. Nel complesso tutto l'album vive e gioca su questi intrecci emozionali dettati per l'appunto dall'accoppiata voce/chitarra riuscendo a mantenersi intenso per tutta la sua durata, testi che ben si accostano al tema trasmettendo sempre le giuste suggestioni e non risultando mai scontati o banali. Un lavoro quindi questo Io come ... la voce delle stagioni che sicuramente raggiunge una sufficienza abbondante, che paga un pochino una certa mancanza di originalità di base, risultando musicalmente troppo legato ad un determinato stile ma che comunque ripaga l'ascoltatore con il modo garbato e misurato con cui Delsaceleste propone il suo racconto musicale. Sicuramente un buon lavoro per chi ama i primi Pink Floyd e per chi è alla ricerca di una musica che sa trasmettere emozione senza risultare troppo invadente ed invasiva. 67/100
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Marco del Santo: Voce, chitarra acustica, batteria Anno: 2008 Sul web: |