E' sull'emozione che i Desert Clouds giocano maggiormente con questo loro primo lavoro discografico, intitolato Dharma Bums.
Minimalismo, cupezza d'animo, tristezza, frammiste ad una certa dose di intima rabbia queste sono senza dubbio le emozioni predominanti, emozioni trasmesse utilizzando note dal sapore psichedelico di floydiana memoria, sprazzi maggiormente Hard Rock, una vena di Rock/Blues vagamente devoto ai Led Zeppelin. Se c'è però in realtà da citare un gruppo nelle influenze dai Desert Clouds questi sono indubbiamente i Pink Floyd dei primissimi album, che traspaiono in maniera preponderante nelle 6 tracce che compongono questo lavoro. I primi due brani: "Around us" e "Dark Feel" e la conclusiva "Desert Clouds" sembrano dare una idea più netta e chiara della proposta musicale dei Desert Cluods sia nel modo strettamente musicale, più completo, coerente ed omogeneo che su quello emozionale, brani psichedelici, tristi ma in cui d'improvviso, temerari riff danno sfogo ad una rabbia che appare repressa e rinchiusa, regalando una certa varietà ritmica ai brani, sono poi i brani che maggiormente attingono a sonorità care ai Pink Floyd degli inizi. "Frank and Tom ..." e "The day of afternoon" sono psudo-ballad estremamente cupe, pregne di tristezza e desolazione, che passano dal Folk al Rock/Blues mantenendo una colorazione acida e oscura, eccessive forse come lunghezza, quasi 12 minuti in due diventano effettivamente troppi ed alla lunga inesorabilmente stancano ed annoiano. Rock tipicamente seventies per "A reason to die" con schitarrate energiche e graffianti a ricordare un pò certi riff dei Black Sabbath e vocalizzi alla Robert Plant ma che in realtà oltre ad apparire complessivamente una brano abbastanza sconclusionato sembra essere, nel conteso, completamente fuori posto. Senza dubbio Dharma Bums è un disco "sentito" fin nell''angolo più intimo e profondo dell'anima dei Desert Clouds ma ha la grande pecca di provare ma non riuscire a trasmettere anche all'ascoltatore le medesime sensazioni che la band "sente" e vuole trasmettere, l'impressione all'ascolto è come di un qualcosa lasciato sospeso a mezz'aria, un qualcosa di non completo, di non totalmente esplorato già dalla band stessa e questo influisce complessivamente in maniera negativa portando ad una certa sensazione di "noia" l'ascoltatore. Peccato perchè brani come "Around us" e "Dark Feel" lasciano trasparire idee che seppur non innovative appaiono nel complesso interessanti e maggiormente in grado di consentire alla band di giocare sulle e con le emozioni in maniera più completa ed articolata e di riuscire nell'intento di colpire l'ascoltatore, brani che sicuramente si meritano una compagnia migliore. 60/100
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David Of Alayza: Chitarra e voce Anno: 2007 Sul web:
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