Tempo di reunion per gli Starcastle Prog Rock band americana molto attiva a metà degli anni '70 ed identificata già a suo tempo come band fortemente derivativa per quel genere di Progressive Rock pomposo e barocco che ha tra i suoi maggiori esponenti gli Yes di Jon Anderson.
Le coordinate musicali di questo album, intitolato "Song of Times" si discostano di pochissimo dai vecchi riferimenti al punto che possiamo definire gli Starcastle attuali veramente come una band clone degli Yes, tutto negli Starcastle richiama ampiamente al gruppo inglese, dall'impostazione vocale del cantante, al uso particolare del basso quasi mai solo come semplice sostenitore del ritmo ma come colonna portante della linea melodica in perfetto Squire & Rickenbacker style, alle scale chitarristiche che indubbiamente ci riportano al miglior Steve Howe, o le armonie rotonde ed inossidabili di Rick Wakeman, mancano però le lunghe suite dall'impostazione più sinfonica e dai colori più solenni tipiche degli Yes, in questo "Song of Times" le partiture risultano prevalentemente corali, eteree e sognanti, gli arrangiamenti, decisamente e forse troppo pomposi, più che gli Yes di "The Yes Album" o "Close to the Edge" questo lavoro degli Starcastle ricorda più gli Yes di "Talk" e "The Ladder", di sicuro non i migliori Yes. Qualche elemento di novità o forse più di diversità, fa capolino qua e la portando a riferimenti ad un sound più "americano" e più tendente a band tipicamente statunitensi come gli Styx, certi momenti più corali, certi ritmi più easy listening portano maggiormente verso lidi musicali targati U.S.A. ma anche qui non riusciamo a trovare nessun elemento di vera novità, nessun elemento che non sappia ampiamente di già sentito. Non c'è molto da aggiungere per un disco che certamente si lascia ascoltare ma che nulla aggiunge a quanto già ampiamente scritto da ben più illustri predecessori, un album che alla lunga risulta poco coinvolgente relativamente pedissequo ad una certa impostazione e ad una certa filosofia nel fare Prog che oggi appare forse un tantino stantia. 60/100
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Gary Strater: electric & acoustic bass and bass pedals (all except 3), background vocals (1, 2, 5, 6, 7 & 8), keyboards (3) Anno: 2007 |