Roma, 8 Maggio 2017 - Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia
Foto di Musacchio, Ianniello(www.riccardomusacchio.it), si ringrazia Musica per Roma. Come si suol dire, è stato il pubblico delle grandi occasioni quello che ha gremito la sala Santa Cecilia, per assistere allo spettacolo di Pat Metheny e compagni. Non è una novità, il musicista statunitense ha sempre avuto un ottimo riscontro nel Belpaese, basti pensare che la data di Bologna fosse già sold-out da marzo, con una richiesta di biglietti pari a quasi tre volte la capienza del Teatro Alighieri. Il live, al solito intensissimo, com'era già era stato nel 2014, volta propende verso una dimensione più jazzistica, con il quartetto composto dal fido e fantastico Antonio Sanchez alla batteria, Linda Oh al contrabbasso e Gwilym Simcock al piano. E’ una sessione praticamente ininterrotta, con due ore e mezza dense e senza pause, introdotta dal classico solo, con forte connotazione orientaleggiante della Pikasso guitar, sfociante poi in "Into The Dream". La setlist è piuttosto variegata e ripercorre un po’ i vari momenti della carriera di Metheny, dagli esordi di Bright Size Life e l’omonimo Pat Metheny Group, fino ai più recenti Secret Story e One Quite Night. L’affiatamento del quartetto è notevole, anche se ammetto di essere capitato in una serata negativa dal punto di vista delll’attenzione necessaria ad apprezzarlo al meglio. Certo è che Metheny sfoggia un’energia e gusto, applicate alla sua tecnica eccezionale, che gli consentono di stravolgere continuamente i brani e riplasmarli con un risultato sempre diverso. Va detto che talvolta eccede nell'autocompiacimento, scivolando in momenti in cui il volgarmente “si suona addosso”. Non c’è solo spazio per l'artista statunitense, anzi, risalta moltissimo la contrabbassista Linda Oh che oltre ad avere una linea ritmica molto robusta, spazia notevolmente in pregevoli contrappunti con Metheny, di qualità sia tecnicamente che dal punto di vista dialogico notevole. Più defilato è Simcock, eccellente pianista, ma spesso un po’ troppo sovrastato dalla trama sonora costruita dal leggendario chitarrista, ma che fortunatamente ha modo di recuperare nella parte finale dei duetti, durante "Phase Dance". Sanchez è invece sempre in gran tiro, un connubio perfetto di potenza esplosiva e grande qualità dal punto di vista del tocco, con i quali riesce nel notevole lavoro di sostegno ritmico, per non parlare di quello prettamente solistico. Niente è più vero di ciò che sostiene Metheny, a questo punto della carriera il suo repertorio talmente vasto gli consente di muoversi con disinvoltura, spaziando tra brani più sperimentali, in cui ricorre alla sua fida synth guitar Roland, tornare verso lidi più jazzistici e perché no, infrangere i due confini, in un unicum sempre rimodellabile ad ogni spettacolo.
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Pat Metheny: chitarra Data: 08/05/2017 Setlist:
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