Roma, 11 Ottobre 2014 - Circolo degli Artisti
Quando si ha a che fare con un live del genere come quello degli Swans, non puoi far altro che rimanere totalmente preda degli eventi e farti investire dal rullo compressore sonoro che avanza inesorabilmente. Fresco di pubblicazione, dopo l’ottimo The Seer che ha convinto nettamente critica e fan, il gruppo guidato dal “folle” Michael Gira si è gettato a capofitto in un nuovo tour, presentando alcuni brani di To Be Kind affiancati ad altri relativi alla nuova incarnazione dei cigni. La scaletta è pressoché invariata, se si scorrono le date precedenti. A variare è sempre il sostrato sonoro proposto dal gruppo, che cerca continuamete nuovi appigli, costruendo sezioni piuttosto dilatate, rispetto ai brani originali, fortemente caratterizzati da una ritmica martellante e sonorità spigolose. Il risultato è un processo che destruttura i brani presenti su disco, rigenerandoli in versioni live multiformi. La serata si apre con un lungo incipit lisergico tra i due batteristi Puleo/Harris che si dannano con piatti e percussioni, e lo swan di vecchia data Hahn alla lap steel esplodendo con "Frankie M", brano dal doppo volto, martellante da un parte ma anche melanconico e tenue nella parte centrale. Si prosegue con con il brano più strutturato della serata, ovvero "A Little God In My Hand". Per non smentirsi mai, anche qui Gira e compagni deviano dalla versione più “ortodossa” su disco, dando ancora una volta una piega autodistruttiva, letteralmente avvitante su sé stessa. Delirio assoluto, come anche nella mastodontica e psichedelica "The Apostate", estratta dal precedente e magistrale The Seer, in cui risalta decisamente il lavoro di Christophj Hahn al lap steel, che con la sua aria da ceffo, sembra inquadrare piuttosto bene l’inquietudine sonora percepita. Gira si scatena nel cambio di passo del brano, che alle atmosfere lisergiche affianca una ritmica indiavolata, accennando poi un goffo ballo estatico. L’ultima parte da ancora ampio spazio al nuovo lavoro To Be Kind, con il cadenzato e funereo blues di "Just a Little Boy" che alterna esplosivi momenti noise. Chiudono l’alientante "Don’t Go", pezzo del tutto inedito assieme a "Black Hole Man" e la straziante "Bring The Sun". I musicisti danno veramente tutto, a partire dall’incessante lavoro al basso di Chris Pravdica che si svena letteralmente nella costruzione della ritmica anche se spesso, le chitarre sovrastano di molto le percussioni, rovinando l'amalgama generale. Sicuramente la location decisamente piccola e con un’acustica non ottimale, non ha aiutato ad ascoltare al meglio il Moloch sonoro plasmato da Gira e sodali, saturando sempre il volume e non permettendo di apprezzare al meglio le sfaccettature ed il naturale flusso sonoro del gruppo. Peccato, anche se c’è veramente da rimanere scioccati (in senso buono) dalla devastazione e angoscia sonora di un concerto del genere.
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Michael Gira: Chitarra, voce Data: 11/10/2014 Setlist:
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