Nati a Bologna circa tre anni fa e battezzati dall’Estragon, i Vanderlei nascono in realtà da una costola dei Kybbutz, altra band che fece molto parlare di sè tra la fine dei ’90 e l’inizio del nuovo secolo per un paio di demo, prima di sciogliersi.
Questo 1234 (ascoltabile in streaming gratuito sul loro sito web) invece, è il primo E.P. della band, registrato nel Dicembre del 2007 e che in 30 minuti mette in mostra tutte le doti tecniche e compositive della combriccola. Dimostrazione palese è il riff virile di basso (molto crossover style) di “Migliora”, che poi si snoda spigolosa nella sua trama complessa. Le liriche stralunate ma validissime, da qui alla fine la faranno da padrona: all’interno di tutto il disco hanno una parte di primaria importanza. “Eroe Del Crepuscolo” possiede invece un incedere cupo, con la chitarra acustica ad accompagnare una chitarra dal vago aroma frusciantesco, con la linea vocale di Cristian filtrata dal vocoder. Ancora una volta sugli scudi la sezione ritmica, a tratti ossessiva, a tratti frammentaria e sperimentale, ma che decora il tappeto sonoro in maniera ottimale. Se il testo di “Privato Conato..” (uno dei titoli più belli mai letti dal sottoscritto) pare avere un bersaglio ben mirato, accompagnato da suoni spigolosi e ruvidi che rimandano al post punk dei primi Fugazi, quello di “Calice” assume i toni della critica esistenziale. A chiudere, dopo i quasi 10 minuti non proprio trascendentali di “Arie” (apprezzabile comunque il crescendo dopo 3 minuti sottotono) arriva il pezzo più corto della raccolta (159 secondi): “Unoduetrequattro”. Anche qui, come da consuetudine il brano si apre con un riff ultra tecnico di basso accompagnato da una batteria incalzante, in sottofondo una chitarra dal riff graffiante. Niente voce, per un pezzo strumentale che si guadagna la palma di migliore del lotto. In conclusione, questo 1234 è una prova prima tutt’altro che immediata e di facile assimilazione; i ragazzi si dimostrano esperti mestieranti di sonorità rock alternative e scrivono testi di grande valore. Gli si può imputare una eterogeneità eccessiva nei solchi, ma qui ci sono tutte le premesse per far bene. 70/100
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Cristian Volpi: Voce e chitarra Anno: 2007 Sul web: |