Nati nel 1998 a Lathi, in Finlandia, i Sole Remedy giunti al loro terzo capitolo discografico, portano un pò di malinconia progressive a poche settimane dall'avvento dell'autunno.
Apoptosis, che uscirà il prossimo 27 settembre per la Aftermath Music, ci propone una formazione in grado di donare grosse emozioni col suo rock intriso di dolore e infelicità lirico/espressiva, musicalmente sospesa tra Anathema, Porcupine Tree e Katatonia, indubbiamente 3 bands che hanno influenzato non poco i nostri. Si passa da momenti quasi sussurrati come nell'opener "Comatose" passando a chitarre graffianti e gelide come nel caso di "Present Remorse" e "Leave", dove la bella voce di Jukka si trasforma in un growl aggressivo e candenzato. Dal punto di vista strutturale la band non mostra smagliature, ed è insindacabile anche un songwriting profondo e molto vario, anche se il contrasto tra l'aggressività quasi estrema di alcuni brani ad altri più atmosferici (come nel caso di "Ordeal", dove un riff granitico sale in cattedra solo nella parte finale del pezzo) può destabilizzare l'ascoltatore meno avvezzo a tali prodotti. "The Undertow", pura gemma melodica sospesa tra Steven Wilson e Vincent Cavanagh corre in soccorso ai cuori infranti, la title track posta subito dopo continua sulla stessa scia, accentuando però la malinconia tessuta dalla chitarra acustica, ma terminata arriva un'altra scheggia di cattiveria, "Wolf In Me", col titolo che dice già tutto. Chiude la bella "Past Decay", dall'impianto più rock standard ma sempre pregna di buoni picchi emozionali. Non c'è molto da chiosare, Apoptosis è un disco di qualità, seppur non assoluta, in grado di riempire il vuoto che ha lasciato l'ultimo interlocutorio disco degli Anathema e di donarci anche in questo 2010 un buonissimo lavoro Prog. 75/100
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Jukka: Voce e chitarra Anno: 2010 |