Dopo tutte le polemiche antecedenti alla pubblicazione del primo disco dei W.O.G.U.E. , lo staff di A&B ha deciso di assistere allo show di presentazione che la nuova band di Steve Sylvester ha effettuato alla FNAC di Firenze sabato 27 novembre prevista per le ore 16 (in simbiosi con la presentazione del libro Lucifer Over London di Antonello Cresti, con l’autore presente) anticipato ad un meet & greet con i fan, dove ho avuto modo di interagire per qualche minuto col leader dei Death SS, molto disponibile nonostante dovesse effettuare il soundcheck con il resto della band.
La polemica, come già descritto nella nostra recensione dell’album è iniziata lo scorso maggio, quando il gruppo si chiamava Opus Dei e l’omonima associazione Cattolica attraverso un folto pool di avvocati, diffida l’etichetta Lucifer Rising Records dalla pubblicazione del disco, proprio al day off, il 1° maggio. Ma su questo torneremo nelle prossime righe di questo resoconto proprio attraverso le parole del diretto interessato. La presentazione inizia con tre quarti d’ora di ritardo, in modo da non lasciar fuori i fan in cerca di un posto auto (siamo sotto Natale, i centri commerciali si riempiono come il tacchino) ed i W.O.G.U.E. dopo una breve presentazione del progetto da parte di Ferruccio Filippi della rivista Grind Zone fanno ascoltare live due brani dell’album: “My Goddess” e “Where Love Has Gone”, quest’ultimo scelto come primo singolo: i volumi chiaramente sono bassi per non disturbare la clientela non interessata, ma i W.O.G.U.E. riescono lo stesso a rendere bene l’idea del sound rock pregno di dark e new wave che aleggia su tutto il lavoro. Terminato questo breve live set Sylvester sale sul palco accanto a Filippi e comincia a narrare la problematica genesi di questo suo nuovo side-project. Riportiamo le sue parole:
Premetto che prima di chiamarsi W.O.G.U.E. la band si chiamava Opus Dei. Opus Dei è un termine latino di uso comune che sta a significare “opera divina”. Avevo scelto questo nome perché innanzitutto mi piaceva, poi perché la musica è arte, quindi opera divina ci stava benissimo. Una volta stampato il disco è successo che abbiamo ricevuto una raffica di denuncie dall’omonima associazione, che è la famosa setta che detiene la Banca Del Vaticano ed è tristemente nel mezzo ad altre operazioni strane; la cosa ci ha stupito moltissimo, noi sapevamo benissimo dell’esistenza di questa associazione però sinceramente non pensavamo di poterla infastidire cosi tanto. Purtroppo abbiamo dovuto cedere, far ristampare il disco con un altro nome, passando da opera divina a “lavoro divino di Dio”, aggiungendo la parola intrattenimento (Work of God United Entertainment). Purtroppo questi fatti accadono sempre più spesso, soprattutto in Italia dove spesso la Chiesa si occupa di cose che non le competono come la musica o lo spettacolo più in generale; a noi come band non è cambiato niente sostituire il monicker, però mi è sembrata lo stesso una grande stupidata.
Esaurita la proprio dichiarazione in merito ai fatti di cronaca che hanno reso travagliata l’uscita del CD, Sylvester comincia a parlare del suo contenuto, della musica:
Innanzitutto ci tengo a precisare che questo non è un mio lavoro solista, ma un vero e proprio lavoro di gruppo: con me hanno suonato veri musicisti che anno anche dato il loro apporto in fase di scrittura. Per me questo lavoro significa tanto, visto che mi ha dato modo di esprimere il mio lato più dark rock/new wave anni ’80 ispirato a gruppi come Sister Of Mercy e Depeche Mode, che fanno parte del mio background e che esula dalla mia passione per il metal espressa con i Death SS. E’ stato molto importante il contributo degli altri ragazzi, in particolare quello di “Gigi” Masini al basso che è il principale autore delle canzoni finite sul disco oltre che ad essere un noto producer fiorentino. E’ stato comunque un lavoro di squadra che ci soddisfa, che innanzitutto soddisfa noi, se poi piace anche al pubblico tanto meglio.
Sylvester poi conclude il suo intervento parlando del libro di Antonello Cresti dove ha partecipato con una lunga intervista. Al termine di questa bella conferenza mi avvicino a lui per la rituale foto ricordo, e riusciamo a scambiare altre opinioni, in particolare Steve mi ha chiesto di riportare quanto segue:
Molti hanno pensato che questa cosa del blocco dell’uscita del CD fosse una trovata pubblicitaria, ma non è cosi. L’etichetta dopo questo fatto ci ha perso diverse migliaia di euro, e siamo stati costretti a ristampare il disco in jewel case, quando inizialmente era confezionato in un’elegante digipack, cosi come avrei preferito. La cosa che più mi ha infastidito della vicenda non è stato tanto la diffida nei miei confronti, ci sono abituato, ma soprattutto il fatto che gli avvocati dell’Opus Dei avessero preparato anche altre 200 diffide e più nei confronti di riviste e webzine pronte a fare pubblicità ed a recensire l’album.
Alla fine quella dei W.O.G.U.E. si può considerare una storia a lieto fine. Il disco è uscito con i medesimi contenuti di prima e la gente adesso può apprezzare un lavoro davvero ispirato e che dimostra come Steve Sylvester abbia voglia di rimettersi in gioco nonostante non abbia ormai più niente da dimostrare a livello artistico. La censura purtroppo esisteva prima, esiste tutt'ora ed esisterà fino a quando questa vedrà i musicisti rock come "cospiratori e portatori del verbo satanico", ma fino a quando ci saranno gruppi tenaci e vogliosi di farsi ascoltare come i W.O.G.U.E. possiamo continuare a dormire sogni tranquilli.
W.O.G.U.E. line up:
Steve Sylvester: Voce
Chez Monti: Chitarra
Jim: Basso
Freddy Delirio: Tastiere
Carranza: Batteria