Provenienti da Pisa, i Blacklies irrompono con questo debutto tramite la U.K. Division/Andromeda con un'esemplare esibizione di muscoli, energia e qualità compositive nettamente sopra la media.
Groundfloor infatti, inizia col Crossover carico di groove e dal riff secco e killer di "The Drowning Of The Sun" dove è chiara la passione della band toscana per fenomeni d'oltreoceano come Rage Against The Machine e Red Hot Chili Peppers. La voce di Thomas si amalgama perfettamente sia con melodie più vellutate sia con parti più aggressive e robuste, come ad esempio nelle strofe di "Burning", oppure in "Faded", dove i Blacklies filtrano anche con l'elettronica e sonorità molto vicine all'alternative Rock moderno come gli Incubus. Il disco è prodotto in maniera semplicemente perfetta ed anche il mixaggio funziona alla grande e sin dal primo ascolto da una mano a capire la qualità della raccolta, che non presenta ne un pezzo fuori luogo ne un riempitivo. Il lato più introspettivo e carico di feeling del CD arriva con "Inside", aperta da rintocchi di pianoforte e con un fraseggio chitarristo al limite del Funk, mentre si strizza l'occhiolino ai fenomeni Indie britannici con la scatenata e ballabile "Sorry But I Feel So Bad", senza mai perdere però la carica Rock di fondo. La breve e strumentale "Scarlet Memories" è pura ambient ed apre le danze per "September Dust" che palesa anche la bravura del combo nel scrivere pezzi dall'appeal più radiofonico e di grande presa; "Go On Flyin..." chiude il tutto con un excursus su territori sintetici, nella maniera migliore. In definitiva, Groundfloor è un disco dinamico e davvero di grande spessore, dove i Blacklies si aprono a ventaglio mostrando una capacità esecutiva di primissimo livello e toccando all'interno delle 11 tracce, molti generi e sfumature sonore. Consigliato. 70/100
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F. Thomas Ferretti: Voce e piano Anno: 2008 |