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Viti Di Titanio
Il Giro Di Vite

Generalmente tendo a dare possibilità ai musicisti o almeno il beneficio del dubbio. Per quanto riguarda le Viti Di Titanio mi è proprio impossibile. Questo gruppo di musicisti nasce all’ombra del Vesuvio da un idea dei fratelli Vitale nel lontano 2005 pubblicando l’EP d’esordio Storie d’amanti e di demoni. L’EP in se ha ricevuto numerose critiche positive dall’italiano medio e ha distanza di quattro anni le Viti Di Titanio hanno voluto riproporre il successo ottenuto durante l’esordio, aimè non riuscendoci.

Giro di Vite è un lavoro la cui ispirazione viene tratta dall’omonimo libro dello scrittore Henry James che narra di vicissitudini e fantasmi in un hall di un albergo. Molto probabilmente le Viti Di Titanio hanno provato a ricondurre l’ascoltatore in quei luoghi mistici, ma purtroppo per loro sono riusciti al massimo a farli scendere in cantina a controllare che le bottiglie di vino non si fossero rotte. Giro di Vite ha inizio con “Calce Spenta”, un brano che parla della confusione interna e sociale. Il tema può essere percepito sia nella doppia vocalità che stona in quasi tutto il brano, sia nella frase ispirata pioggia sintetica bagna la pelle ed e' un occasione di riflessione, fiori di plastica segnano l'aria già consumata da un moto passivo, che nel contesto viene percepita come una goccia d’acqua in un oceano. A seguire “Naguine” e “Bambola Di Porcellana” cui testo parlato va letteralmente in contrasto con una giusta musicalità particolarmente accentuata dalla chitarra nella prima e dal flauto nella seconda. La parte ritmica è buona peccato per la parte vocale che tenta invano di aggrapparsi ad un misto di Afterhours e Elio e Le Storie Tese. Su "Giro di Vite” giungiamo all’abisso dell’album: il brano si presenta come una registrazione di una messa domenicale, con bambini che parlano, vocii in lontananza e il prete che recita il “Pater Noster” mentre in sottofondo affiorano scorci elettronici a contrastare la tradizione italiana. “Nuove Forme di Chiusura” passa quasi inosservata se non fosse per il basso di Massimo Nappi preannunciandoci “Amara Terra Mia” cover di Modugno rivisitata in stile mezzogiorno d’Italia. Si cerca, in questa canzone, di far trapelare una sensazione di arido e caldo Sud accentuata da una chitarra protagonista e da una cantilena che rievoca tradizioni italiane.

Personalmente mi viene solo da pensare che la scena alternative in Italia ha ancora molta strada da fare.

55/100


Marcello Vitale: Voce, chitarra
Maurizio Vitale: Batteria
Francesco Fico: Chitarra
Carlo Contocalakis: Flauto
Massimo Nappi: Basso

Anno: 2009
Label: Titanium Sound Factory
Genere: Alternative Rock

Tracklist:
01. Calce Spenta
02. Naguine
03. Bambola Di Porcellana
04. Giro Di Vite
05. Nuove Forme Di Chiusura
06. Amara Terra Mia

Sul web:
Viti Di Titanio
Viti Di Titanio @MySpace

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