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Mank
Awen

Un genio!!! Un inestimabile, incommensurabile, inquantificabile patrimonio dell’umanità, dovremmo chiamare l’Unesco e farglielo presente. Ed invece è pressoché sconosciuto. Vende tutti i suoi album su internet affermando che trova disgustoso il mercato della musica e delle case discografiche ed è proprio per questo motivo che preferisce chiedere “un po’ di spicci per supportare la musica indipendente” tramite donazione volontaria. Ben Powell (alias Mank) è un tipico ragazzone del più artico emisfero boreale. In attività dal 2001 ha pubblicato 13 album, di cui due con il moniker Micrographia e uno con Llyn Y Cwn.

A distanza di due anni dal suo maggior successo Isbjorn , Mank ritorna al suono più puro, sorgivo ed incontaminato con l’album Awen. Pubblicato nel giorno del “St. David's day” (il giorno in cui si festeggia il santo patrono del Galles) l’album interpreta le poesie (Awen è una parola gallese che indica appunto “poetica”) e i racconti popolari dei personaggi Mabinogion (una serie di racconti provenienti dall’epoca medioevale gallese) arricchendo la melodia con registrazioni che evocano i ricordi della mitologia celtica associati a suoni che chiunque può udire passeggiando lungo le infinite lande gallesi, dalle vibrazioni delle maree a quelle della rottura dei ghiacciai. Un viaggio cosmico e minimal, un viaggio da compiere attraversando sfumature chiaro/scure, contrasti di luci calde e fredde, un immaginario elettronico poco sofisticato, semplice, di una ricchezza elementare.
“Cerridwen” entra nell’immaginazione con passi felpati, a riproporre d’altronde ogni precedente album di Mank. Cresce con il passare dei secondi apportando quell’atmosfera ghiacciata che si riproporrà su ogni traccia. “Math Ap Mathowny” è il fulcro del disco. Gocce di pioggia pesanti come sassi scalfiscono una base sensuale e tenebrosa, raffiche di vento ne portano via l’anima, lampi immortali ne bruciano la superficie. Un turpiloquio viaggio di elementi che con violenza precedono “Arianrhod” volo di silenzi mitologici e visuali incontaminate. “Gwydion” è equilibrato da una notte che s’avvicina, da cavalieri solitari, da manti di erba e animi inquieti. Si plastifica sotto le mani di Powell la melodia al pianoforte di “Dôn” e la rimbombante “Arawn” per poi ecco arrivare il lato naturalistico e terreno di questo artista. Suoni registrati dalla crosta di questo mondo. “Blodeuwedd” e “Cyhyraeth” sono autentiche melodie planetarie. La prima registrata grazie alle maree che attraversando lo Stretto di Menai cui convergono linee di pianoforte lisergiche. La seconda immortalata durante la rottura dei ghiacciai polari la cui melodia viene consumata da uno stato d’animo ansioso e sofferente.

Mank non demorde. Infischiandosi della celebrità e della popolarità continua a supportare le sue idee e a produrre album di una bellezza lodevole. Attimi di pura conversione spirituale, viaggi mentali ai confini del mondo, dove la terra è ghiacciata, le vedute sconfinate e gli elementi incontrollati.

98/100


Ben Powell: Tutti gli strumenti

Anno: 2010
Label: Mankymusic
Genere: Ambient/Elettronica

Tracklist:
01. Cerridwen
02. Math Ap Mathowny
03. Arianrhod
04. Gwydion
05. Dôn
06. Arawn
07. Cŵn Annwn
08. Blodeuwedd
09. Cyhyraeth

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