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Mank [Ita]

Ben Powell (alias Mank) è per quanto mi riguarda uno dei migliori musicisti di musica elettronica e ambient in circolazione. Da 10 anni produce album che spaziano dall’inquietudine, all’armonia dei sensi, passando per due progetti sperimentali (Micrographia e Llyn Y Cwn) che dimostrano quanto il suo animo sia creativo. Non si definisce una “rockstar”, ma sicuramente potrebbe essere degno di quel nome. Qui di seguito, il suo modo di vedere la musica.

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- A&B -
Ciao Ben e benvenuto su Artists and Bands. Iniziamo con la classica domanda, ti va di presentarti ai lettori?
- Mank –
Ciao, mi chiamo Ben Powell, vivo nel Nord del Galles e faccio musica elettronica dal 1998

- A&B -
Quando hai iniziato a fare musica?
- Mank –
Mi è stata regalata una chitarra acustica all’età di 11 e da li ho imparato a suonare. A 15 anni facevo parte di una band che suonava grunge e cover metal. Comprai un registratore a 4 tracce a 17 anni e penso sia stato in quel momento che iniziai a sperimentare, dopodiché acquistai una drum machine seguita da un ATari ST da dove ebbe inizio la mia passione per la musica elettronica.

- A&B -
Nella tua carriera hai pubblicato molti album, ma due di essi sono con il moniker Micrographia e uno con Llyn Y Cwn. Cosa li differenzia rispetto agli album di Mank?
- Mank –
Non mi posso prendere tutti i meriti per Micrographia, si trattava di una band “post rock” composta da altri due membri, Dave McCann and Andy Jones. Eravamo una strana formazione con due chitarre e un basso e suonavamo a lungo al computer generando ritmi e sfondi ambientali. Ci sporgevamo un po’ sulla scena live del posto. Llyn Y Cwn è il nome che uso per gli album orientati verso il “dark ambient”. C’è sempre stato negli album di Mank, questa sorta di traccia dark, ma a mio avviso è sempre stata fuori luogo e così ho deciso di dargli un entità propria.

- A&B -
Vendi i tuoi album esclusivamente su Internet, o meglio chiedi una donazione volontaria per supportare la musica indipendente. Perché? Cos’è che ti spinge a non avere rapporti con le case discografiche?
- Mank –
Non è stata una mia scelta evitare le case discografiche, sono loro che hanno scelto di evitare me. Trovo che questo modo di pubblicare mi consenta di avere la totale libertà creativa nel rilasciare ciò che voglio.
La pagina web “Mankymusic” è stata istituita ancora prima dello spazio Myspace, proprio per consentire alle persone di ascoltare/scaricare la mia musica. L’idea delle donazioni è nata dopo che ho ricevuto diverse e-mail dove mi si chiedeva dove poter acquistare i miei album, le persone volevano sostenere la mia musica e pagarmi in qualche modo. Tutto ciò funziona abbastanza bene, le donazioni ricevute mi consentono di fare delle cose come mettere la musica su CdBaby o fare Cd promozionali per le radio.


- A&B -
Quanto per te è importante mantenere pura la tua musica? Mi spiego, saresti in grado di scendere a compromessi con una casa discografica per avere un maggior guadagno?
- Mank –
Non ho alcun interesse relativo alla mia musica. Non la vedo dal punto di vista della “svendita” e del fare musica commerciale solamente per un profitto. Compongo la mia musica solo per piacere personale e lo faccio da anni senza trarne profitto. Non sto dicendo che non vorrei avere un introito economico dalla mia musica, ma la cosa più importante per me è il contenuto.

- A&B -
Il tuo lavoro come tecnico sulle barche prevede lo stare tanto tempo in mare. E’ stato il tuo amore per la natura a portarti a fare questo tipo di lavoro?
- Mank –
Credo che tutto accada per una ragione. Prima lavoravo in una fabbrica e lo odiavo, ero disperato, volevo andare via. Finalmente ho ottenuto il mio attuale lavoro e si è rivelato ottimo per me, una buona coincidenza.



- A&B -
Quanto questo lavoro rispecchia la tua musica?
- Mank –
Trascorro periodo superiori alle 5 settimane sopra alla barca, quando non si lavora c’è poco da fare e queste sono le volte in cui riesco a concentrarmi al 100% sulla mia musica. Penso che tutti i miei album siano stati mixati sul mare.

- A&B -
Durante i tuoi viaggi in mare, c’è stato qualche episodio che ti è rimasto impresso?
- Mank –
Nel mio secondo viaggio verso l’Artico nel 2008, ho assistito all’Aurora Boreale. Penso che sia la cosa più impressionante che io abbia mai visto. Anche l’anno precedente, il brutto tempo ci ha sorpreso e abbiamo dovuto attraccare al porto di Longyearbyen su Spitsbergen, che posto! La bellezza di questo posto non mi lascerà mai.

- A&B -
In che circostanze è stato registrato “Isbjorn”? Eri in viaggio verso l’Artico?
- Mank –
Ho compiuto due viaggi nell’Oceano Artico, il primo nel Settembre 2007 (dove ho registrato Isbjorn) e l’altro nell’Ottobre 2008 (Ambergris). Faccio parte di una squadra di oceanografi che compiono misure, anche se non ne abbiamo fatte molte al Polo Nord, siamo arrivati fino agli 82 gradi a Nord. La sensazioni di essere su una nave che solca i ghiacci, le infinite albe/ tramonti, gli orsi polari – è tutto abbastanza unico!

- A&B -
Faccio un po’ l’egoista e ti pongo una domanda forse un po’ spigolosa. Penso che il brano più bello che tu abbia registrato fino ad ora sia “Quiditty, The Dream-sea”, contenuta in “Isbjorn”. Potresti parlarmi di questo brano. In che circostanze l’hai registrato, cosa ti ha ispirato.
- Mank –
Quando scrivo canzoni mi metto a sedere di fronte al computer e guardo cosa succede. Credo che tutto quello che mi passi per la mente al momento venga tradotto in musica. Alcune volte impiego dei mesi per ottenere ciò che voglio in una traccia, altre volte questa esce immediatamente, completa, come se fosse pronta. Queste sono sempre le migliori canzoni.
Ho scritto “Quiditty, The Dream-sea” durante il mio primo viaggio verso l’Artico. Stranamente questa canzone non è stata ispirata dal mare ghiacciato, il nome deriva dal libro “The Great and Secret Show” di Clive Barker, il titolo è rimasto nei miei pensieri fino a quando la canzone non si è materializzata.


- A&B -
Come si è evoluta la tua musica da “Ecaz Nous”, il tuo primo album, fino a “Awen”?
- Mank –
“Ecaz Nous” era soprattutto basato su sample/loop, oggi il suono deriva per lo più da soft synth e registrazioni sul campo. Direi che la forza motrice che sta dietro all’evoluzione del suono di Mank sia stata la disponibilità tecnologica. Penso di aver ottenuto già grandi cose addolcendo un po’ la musica, non è più aspra come una volta.

- A&B -
Come si fa a portare la natura in un album? In “Awen” gli ultimi due brani (“Blodeuwedd” e “Cyhreath”) sono stati registrati attraverso il suono della marea e della rottura dei ghiacciai. Bisogna avere una certa sensibilità per farlo?
- Mank –
Dal momento che la mia musica è completamente basata sul computer, è molto facile farla diventare sterile e senza volto, ed è per questo motivo che mi piace integrare in essa modelli naturali e elementi per renderla più organica. A volte questo lo ottengo utilizzando registrazioni sul campo, altre volte utilizzando modelli naturali nel processo di composizione. Utilizzo molto un fractal generative composition software, credo che la matematica sia il linguaggio degli dei. Penso che l’unico e vero modo per ottenere la sensazione di “natura” nella musica, sia quello di provare a renderla il più bella e fragile possibile. Non penso di esserci ancora riuscito (e il dubbio è se ci riuscirò mai), ma io continuerò a provarci.



- A&B -
Ascoltando i tuoi lavori si percepisce una sensazione di freddo. Quanto pensi abbia influito sulla tua musica vivere al nord ed essere appassionato di montagna? Pensi che se un giorno ti trasferissi ad esempio…in Italia la tua musica potrebbe cambiare?
- Mank –
Devo dire che sono una persona che ama molto i climi freddi, con più di 30 gradi il mio cervello inizia a sciogliersi…oserei dire che la mia musica potrebbe suonare abbastanza diversamente se vivessi in un clima differente.

- A&B -
Che strumenti usi per fare queste tracce?
- Mank –
Non credo ci siano strumenti “reali” su “Awen”, è interamente composto (attraverso il portatile che sto utilizzando ora per scrivere) utilizzando strumenti virtuali e registrazioni archiviate. Recentemente ho acquistato una SD card recorder che ha una dimensione simile a quella di un IPod e la registrazione va diretta alla compact flash memory. E’ molto utile in quanto posso portarlo con me ovunque senza perdere il “suono perfetto”.

- A&B -
Ho avuto l’occasione di guardare le tue foto. Alcune di esse sono state scelte come copertina dei tuoi album. Sono foto molto belle, spettacolari proprio per lo scenario che ritraggono. Con che criterio scegli una foto rispetto ad un'altra da mettere come cover dell’album? La decisione viene influenzata dal momento in cui scatti la foto e dalle sensazioni che provi?
- Mank –
Grazie, solitamente l’artwork è l’ultima cosa da fare nell’album. Una volta che è stato mixato e masterizzato, lo ascolto sul mio IPod per capire quale sensazione e stato d’animo ottengo a prodotto finito, dopodiché cerco la foto giusta per l’album. Solitamente faccio una selezione di foto scattate durante il periodo della registrazione, in questo modo cerco di fare un istantanea di un capitolo della mia vita.

- A&B -
Hai registrato 13 album in 10 anni. Non ti concedi pause?
- Mank –
Non è un lavoro, è un mio hobby, è una cosa che faccio per divertimento, quindi no.

- A&B -
C’è qualche artista o musicista a cui sei legato particolarmente?
- Mank –
Non credo di essere legato a qualche musicista, ma gli artisti che considero “eroi” sono persone come Harold Budd, Biosphere, Loscil, Steve Reich, Max Ritcher, potrei andare avanti…si può dare un occhiata su http://www.last.fm/user/mankymusic per vedere cosa ascolto.

- A&B -
Cosa ci sarà nel futuro di Mank?
- Mank –
Spero solo di continuare a fare musica, arrivato ad un certo punto mi piacerebbe pubblicare un DVD, quando suono live faccio grafiche che vengono proiettate in uno schermo dietro di me, solitamente queste immagini derivano dalle mie foto (se ne possono guardare alcune sul mio canale Youtube http://www.youtube.com/user/mankymusic). Sarebbe bello.

- A&B -
Grazie per la tua disponibilità. Per quanto mi riguarda (e lo dico pubblicamente) ho realizzato un piccolo sogno con questa intervista.
Lascio a te questo spazio per salutare i lettori.

- Mank –
Grazie per avermi dato l’opportunità di spiegare la mia musica, non faccio molto spesso queste cose, non sono una “rockstar”, sono solo un ragazzo fanatico che si diverte a perdere tempo con un computer. Non faccio musica per soldi, la faccio solo per piacere mio e se una persona a questo mondo la ascolta e gli piace allora vale la pena lavorare duramente. Grazie per avermi ascoltato.


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