Dietro il monicker June 1974 si nasconde un personaggio per il quale non sarebbe sprecato lo spesso abusato aggettivo “eclettico”. Trattasi, infatti, di Federico Romano, che solo da qualche anno ha intrapreso una carriera musicale, affiancandola ad una, già avviata, di scrittore e poeta. La doppia identità, comunque, non gli ha impedito di sfornare in poco tempo un numero davvero ragguardevole di lavori fra album, EP e singoli. L’ultimo in ordine di tempo è Choose your dream, EP di 4 tracce di musica elettronica dalle parti di un ambient music che forse, però, è riduttivo catalogare, così come forse è riduttivo cercare paragoni; dovessi proprio farlo, sparerei qualcosa come Aphex Twin, Moby, o magari qualcosa dei Depeche Mode.L’ossatura dei pezzi è costituita da un ampio armamentario di synth, tonnellate di quel suono “spaziale” fatto di phaser ed effetti di modulazione vari che ha fatto la fortuna di buona parte dell’elettronica, misto a orchestrazioni e tastiere di vario genere, con un occhio a un suono ormai d’epoca e uno alle ultime tendenze del genere; le ritmiche sono tracce di batteria generalmente tirate, tendenti alla drum&bass o alla techno ("Unreal estate"). Il tutto però è intriso in un’atmosfera agrodolce e un po’ sognante, magari anche new age, e anche quando il suono si “apre” e guadagna potenza, anche quando le melodie si fanno più ammiccanti, non perde mai quell’aria elegante e mai eccessiva che lo caratterizza Al di fuori di questa struttura comune a tutti i pezzi, in realtà Federico fa un po’ quel che vuole, passando con scioltezza da voci femminili piene di autotune che non sfigurerebbero in un singolone da MTV (nel bene e nel male) a chitarre e ottoni jazz, fino ad echi techno. Del resto la cosa non dovrebbe stupire molto: dando una rapida ascoltata agli altri album ed EP usciti sotto questo monicker, la proposta è davvero varia e viaggia tranquillamente in territori abbastanza lontani da quelli di questa uscita. Il gusto di questo breve EP, e, a maggior ragione qualcosa di analogo vale per gli altri lavori targati June 1974, è proprio quello di lasciarsi cullare dai pattern di batteria incessanti ma mai aggressivi e dalla cascata di tastiere, aspettando di vedere dov’è che andrà a parare la musica, per poi farsi cullare, eventualmente, anche da un sassofono, da un violino o chissà cos’altro. In definitiva un ascolto molto piacevole e scorrevole, anche se non esente da difetti, e anche una porta per entrare nel mondo di un’artista sicuramente interessante e originale e da seguire con una certa attenzione. 79/100
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Federico Romano: Tutti gli strumenti Anno: 2012 Tracklist:
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