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Caparezza
Il Sogno Eretico

A 3 anni di distanza dal concept album “Le dimensioni del mio Caos”, il rapper pugliese Caparezza ritorna con un nuovo LP e un nuovo gioco di parole, Il sogno eretico: 15 tracce inedite che si muovono, tutto sommato, nella stessa direzione del precedente lavoro; però questa volta non ci troviamo davanti a un concept, o a un “fonoromanzo”(definizione che lo stesso artista aveva dato al suo precedente parto). C’è da dire che comunque il finale di ogni brano introduce il pezzo successivo, collegando così i vari momenti del disco, che in una consistente parte si sviluppano intorno ad un unico tema, quello dell’eresia. In diversi brani Caparezza recupera, infatti, le figure più importanti della lotta contro i dogmi e l’oscurantismo, soprattutto le figure di coloro che in nome di un ideale hanno perso la vita nella pubblica piazza: Galilei, Giordano Bruno, Giovanna d’Arco e D’Anton, sono gli eroi che il rapper di Molfetta rievoca dal passato, proponendoli come modelli, o invocandone l’aiuto “diretto” (“Il Dito Medio di Galileo”) , in un momento come questo, nel quale, a ben guardare le circostanze non sono poi tanto diverse da quelle che condussero al rogo o quasi questi grandi personaggi.
In fondo, Caparezza, che non le ha mai mandate a dire e spesso (anche recentemente dal Ministro Rotondi) è stato criticato, un po’ eretico si sente, e spera che anche il suo pubblico lo segua in questa eresia, invocata quasi come una rivoluzione culturale. Come dicevo, “Il sogno eretico” prosegue lungo lo stesso percorso del suo predecessore, in particolare per due aspetti. Il primo è l’estrema attenzione per l’attualità, o meglio, per la politica nel senso lato di “tutto ciò che concerne la comunità”, attenzione che caratterizza tutta la produzione di Caparezza, ma è evidente forse un po’ in più in quest’album, che potrebbe essere benissimo stato scritto ieri. C’è di tutto: il declino della classe politica Italiana e lo sfascio delle istituzioni (“Non siete Stato voi”, forse il pezzo più duro e amaro del rapper), la fuga di cervelli, capitali, giovani e quant’altro dal paese (“Goodbye Malinconia”, singolo apripista dell’album), lo sfottò all’Italia dei furbetti traffichini e “benpensanti”, in continua ascesa (“La Marchetta di Popolino”), gli screzi fra politica (un politico in particolare) e giustizia (la geniale “Legalize the Premier”, con gli Alborosie), persino la paura del 2012 (“La fine di Gaia”), giusto per accennare alcuni dei temi trattati. E un plauso a Caparezza va in particolare per aver parlato in maniera chiara del presente riferendosi spesso al passato, come nei brani “eretici” cui si accennava sopra (“La Ghigliottina”, la title-track e così via).
Naturalmente il quadro è completato da qualche brano meno strettamente legato alla politica, ma anche qui, qualunque sia il tema o il bersaglio, i testi sono pungenti e abrasivi, e comunque mai sentiremo parlare Caparezza di cose fuori dal mondo non concrete e mirate. Menzione speciale per “Kevin Spacey”, pezzo malvagio ben introdotto dal suo incipit: “Non per la politica dovete odiarmi, non per la voce nasale, ma per questo pezzo ... adesso avete un motivo!”, e vi dico solo questo, il resto va ascoltato. Il tutto è trattato col solito stile del Capa, fatto di ironia, giochi di parole, citazioni, metafore inimmaginabili, e una padronanza incredibile della lingua italiana. Questa volta, però, la rabbia sembra ancora di più. Il secondo aspetto sotto il quale l’album, come dicevo, prosegue nella stessa direzione del precedente, è l’esplorazione di diversi generi musicali. Di album in album, Caparezza si è allontanato sempre di più dall’hip hop in senso stretto, arrivando a passare tranquillamente dal rock alla taranta. Il sogno eretico è un passo in più lungo questa strada: raeggae, elettronica, synth rock, venature folk-medievaleggianti, passaggi che suonano molto thrash, e altri con tastiere alla Genesis, marcette punk, elettro-pop anni’80, insomma, una specie di caleidoscopio musicale. Qualcosa riesce benissimo, qualcosa (poco)meno, ma in generale gli arrangiamenti e la cura del dettaglio sono di ottimo livello.

In definitiva: Il sogno eretico è un album come ci si poteva aspettare di questi tempi da Caparezza: politico, incazzato, quasi uno sfogo e curato al dettaglio tanto nelle liriche che nelle musiche, ha il raro pregio (ma diciamo che col rapper di Molfetta ci si era abitutati) di coniugare alla grande i pregi musicali di un disco rock pieno di influenze, e quelli di un disco rap di denuncia, con la veemenza e il potere descrittivo propri del genere. Non è un disco per tutti: per “politico” non intendo certo schierato per un partito, ma, parliamoci chiaro, diciamo che difficilmente questo disco piacerà ad un elettore della Lega o del Pdl, ecco. E anche chi pensa che la cosa pubblica e la musica dovrebbero stare lontane, in linea di massima non apprezzerà granchè. Altrimenti, assolutamente consigliato; in particolare chi ha apprezzato i precedenti lavori del Capa, soprattutto l’ultimo, non rimarrà deluso.

85/100


Anno: 2011
Label: Universal Music
Genere: Alternative Rap

Tracklist:
01. Nessun dorma
02. Tutti dormano
03. Chi se ne frega della musica
04. Il dito medio di Galileo
05. Sono il tuo sogno eretico
06. Cose che non capisco
07. Goodbye malinconia (feat. Tony Hadley)
08. La marchetta di Popolino
09. La fine di Gaia
10. House credibility
11. Kevin Spacey
12. Legalize the Premier (feat. Alborosie)
13. Messa in moto
14. Non siete Stato voi
15. La ghigliottina
16. Ti sorrido mentre affogo

Sul web:
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