L’artwork della copertina mi suggeriva qualcosa di, non so, buffo. Circense, se fosse un aggettivo da abbinare con disinvoltura alla musica; magari qualcosa a base di marcette o roba simile. Anche il monicker mi dava quest’impressione, pur essendo chiaramente un cognome scritto in maniera strana. Il cognome è quello di Andrea De Nittis, metà del duo Ratafiamm, usciti l’anno scorso con un album che non ho avuto il piacere di ascoltare. Sarà per questo che, messo su il disco, ci sono un po’ rimasto quando ho sentito uscire dalle casse “Spero di arrivare presto”: un crescendo che, partendo, arriva a creare, a colpi di batteria marziale e orchestrazioni cupe un suono malinconico e apocalittico, pieno, un tappeto sonoro che riempie lo spazio abbandonando piano piano la semplicità del folk acustico, sul quale, enfatizzato da una seconda traccia vocale, si snoda un testo disilluso e un po’ spaventato. Queste sono le coordinate sulle quali si muove più o meno tutto il (breve) EP anche se con l’apertura, nel bene e nel male, DeNITTIS si gioca la sua carta migliore. La successiva “Nome proprio” coniuga gli stessi elementi in una chiave più leggera e melodica, più tipicamente indie folk, che colpisce di meno del precedente ma segna un paio di ottimi punti. “Per tutte le direzioni”, nonostante una bella linea di chitarra acustica è meno incisiva dei pezzi precedenti, ma si fa ascoltare con piacere. La conclusione è affidata ad "H24", un pezzo più riflessivo degli altri, retto da un’ipnotica pulsazione di batteria e un paio di riff azzeccatissimi, con un testo direi migliore, e un po’ di elettronica in più, al punto da avvicinarsi molto al trip-hop. Del resto, la precedente “Prove strumenti” ha appena scatenato sull’ignaro ascoltatore due minuti e mezzo di sintetizzatori saturi e fuzzosi e ritmiche vicine alla drum n’bass. Una sferragliata improvvisa di elettronica sicuramente poco comprensibile, ma che in fondo, inserita nell’atmosfera crepuscolare del lavoro, stona meno di quanto sarebbe logico pensare. La brevità dell’EP non permette di dare un giudizio molto approfondito, e non può che farmi chiedere se è possibile reggere un album intero su queste, pur ottime premesse. Recuperando l’album dei Ratafiamm, non molto distante per quanto riguarda le sonorità, i segni in questo senso sono positivi, quindi non posso che aspettare DeNITTIS alla prova sulla lunga distanza. 75/100
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Andrea De Nittis: Tutti gli strumenti Anno: 2012 |