Velia è la terza prova discografica dei Radioclone, trio proveniente da Biella che, ormai da dieci anni, porta fieramente avanti un progetto in lingua italiana che si muove dalle parti dell’alternative rock con forti venature grunge.
Fedeli al loro background, spesso i tre spesso pestano duro e spingono sull’accelleratore, senza erigere muri di chitarre e distorsioni, ma portando avanti un sound fresco e pulito, seppure ruvido, che si regge soprattutto sulla compattezza della sezione ritmica, con il basso a dirigere le danze e a caratterizzare il suono nella maggior parte delle occasioni.
“Giuda”, “Terre Emerse”, “La Falce”, “III”, sono dei pezzi tirati di buona fattura, abbastanza classici nel loro rimandare qua e là a gruppi come Motorpsycho o Queens Of The Stone Age (del resto il nome della band viene dalla “Clone Radio” citata più volte negli intermezzi del seminale “Songs For The Deaf” della band californiana), o anche un po’ Verdena, per rimanere un ambito italino, ma non manieristici. Qua e là, poi, fa capolino quella che, a mio parere, è una delle cifre stilistiche fondamentali del trio. Parlo di un certo gusto per atmosfere più leggere, fatte di accordi di chitarra delicati che starebbero bene in un repertorio acustico. Gusto che affiora qua e là in tutto l’album e prende il sopravvento in pezzi come “Batta” o “Valle dei no”; una presenza sicuramente interessante in un album alternative, anche se a dirla tutta, se “Batta” rimane impressa(belle, in particolare, le linee di chitarra), “Valle dei no” non riesce a colpire nel segno e stufa dopo un po’ (anche a causa dell’intro, troppo lunga). Dove la cosa si fa interessante, però, è in un brano come “Allegria”, dove i tre uniscono questo tipo di sonorità ad una grintosa ritmica up-tempo, sfornando un pezzo dall’atmosfera molto piacevole. Del resto, dando anche un’ascoltata alla title-track, la grungy “Velia”, ci si accorge che, nonostante l’ossatura robusta da gruppo rock, i Radioclone si distinguono per un’attitudine alle melodie accattivanti e orecchiabili che, accompagnata anche all’uso di certe sonorità, non esiterei a definire “radiofonica”; il che, in periodo dove il rock italiano si muove in territori lontani dall’alternative, potrebbe anche costituire un’arma vincente per il trio, sempre che non si traduca in un generico e inutile “ammorbidimento”. 75/100 |
Stefano Buttiglieri: Voce e chitarra Label: Autoprodotto Genere: Alternative rock Tracklist: 01. Velia 02. Allegria 03. La Falce 04. Valle Dei No 05. Terre Emerse 06. Batta 07. Giuda 08. III |