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Van Der Graaf Generator
Alt

Un nuovo disco dei VDGG? Effettivamente chi se lo aspettava, dopo la fresca pubblicazione di A Grounding In Numbers, disco che contribuiva vigorosamente al cambiamento di stile del gruppo di Hammill e soci, volgendo definitivamente lo sguardo verso nuovi orizzonti sonori.

Ecco che invece uno striminzito comunicato apparso a Maggio sul sito ufficiale, comunica l’imminente uscita del nuovo lavoro, sottolineando che sarà un disco totalmente strumentale. Le speranze di un ascolto di spessore come avvenne per la seconda ed interessantissima parte di Present vengono immediatamente sotterrate.

Alt si dimostra subito un disco non disco, una serie di registrazioni in studio che, a parte alcuni brevi episodi, appaiono come momenti improvvisativi mai sfocianti in una struttura strumentale ben definita che si dipani secondo un filo conduttore. Dall’altra parte si fa fatica a concepirlo come un tentativo di pura sperimentazione, essendo pezzi del tutto frammentari, senza un vero e proprio intento di provare nuove soluzioni sufficientemente meditate. Già con “Earlybird”, si capisce molto come si strutturi l’intero disco. A far da padrona è la batteria di Evans, con i suoi rapidi e raffinati passaggi, accompagnato da un sottofondo canterino di merli. Sicuramente,  l’elemento di maggior spicco è quello relativo ai tentativi dietro le pelli, come in “Sackbutt”,  “Tuesday, The Riff” ed in “Mackerel Ate Them“. Spunti per possibili nuovi brani appaiono in “Extractus” ed in “Splendid”, pur non mancando accenni di melodie cristalline come in “Repeat After Me”. “Colossus” è sicuramente il brano che suona più strano: a metà strada tra un tentativo di soundscapes ed un intermezzo psicotico tanto caro allo Zappa di Lumpy Gravy ed Uncle Meat, anni luce lontano dallo stile del Generatore, ma che alla lunga risulta piuttosto stancante. L’evidente iniziativa di recuperare sonorità psichedeliche a tinte fosche è abbondante, ma purtroppo vengono accostate ad improvvisazioni fine a sè stesse decisamente aride come in “Elsewhere“o in ” Here's One I Made Earlier”.

C’è forse un nuovo intento da parte dei musicisti inglesi di virare ancora bruscamente, sparigliando le carte e sperimentando,  in attesa di dar vita ad un lavoro ben definito rigenerante? Vedremo. Per ora possiamo asserire che Alt appare più come un pot-pourri di prove/improvvisazioni in studio e poco altro, del quale sinceramente non se ne sentiva il bisogno.

S.V.


Peter Hammill: Voce, chitarra, piano
Hugh Banton: Organo, tastiere, bass pedals
Guy Evans: Batteria, percussioni

Anno: 2012
Label: Antenna/Esoteric
Genere: Experimental

Tracklist:
01. Earlybird
02. Extractus
03. Sackbutt
04. Colossus
05. Batty Loop
06. Splendid
07. Repeat After Me
08. Elsewhere
09. Here's One I Made Earlier
10. Midnite Or So
11. D'accord
12. Mackerel Ate Them
13. Tuesday, The Riff
14. Dronus

 

Un nuovo disco dei Vdgg? Effettivamente chi se lo aspettava dopo la fresca uscita dello scorso anno, con il buon A Grounding In Numbers che contribuiva vigorosamente al cambiamento di stile del gruppo di Hammil e soci, volgendo definitivamente lo sguardo verso nuovi orizzonti sonori.

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