Il power-trio torinese Into My Plastic Bones provvede ad offrire un'esperienza sonica mutuata dal fertilissimo solco lasciato nel 1989 dagli immensi Slint con il debutto Tweez: musica strumentale, in cui tecnicismi degne del progressive, jam psichedelica e barbarie figlie dell'hardcore danno vita a vignette rumorose quanto astratte per strumentisti rock.
Composizioni come Toxicology o Johnny Cage (Private Life) sono prodotti di quel retroterra, talvolta a due passi dall'heavy metal. La sensazione è come di assistere al tentativo di (ri)mettere ordine nelle partiture di Don Caballero. Spycam On Your Back è forse la più riff-oriented, Camel Tsunami la più nervosa, Paracetamolo la più timbricamente ricercata (con un andamento reminiscente dei Primus). La ricerca di ecclettismo da parte della band paga infine in tre pezzi con ospiti delle voci: Screwed Finger (divorata dalla contrapposizione tra urlacci pattoniani e canto gregoriano, il tutto immerso in un tunnel di cadenze hard rock, basso fremente e contorno di dissonanze), l'anemica imprecazione di Lovely Lovely Lovely (spezzata da scudisciate chitarristiche a rotta di collo prima e bordate degne dello stoner dopo) e l'altrettanta psicolabile D. L'album scorre piacevolmente, i musicisti sono competenti ma evitano i fronzoli del "bel suonare" fine a se stesso e quando abbandonano la violenza delle chitarre non lo fanno per imbastire orecchiabili palliativi per l'ascoltatore disattento. Ma soprattutto Hidden Music è scaricabile gratuitamente tramite link su myspace o direttamente dal sito del gruppo. |
Paolo: Chitarra Anno: 2008
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